Covid, l'immunità dei dormiglioni: «Con l'insonnia raddoppia la possibilità di contagiarsi»

Covid, l'immunità dei dormiglioni: «Con l'insonnia raddoppia la possibilità di contagiarsi»
di Graziella Melina
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Martedì 23 Marzo 2021, 22:20 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 17:10

Per stare alla larga dal Covid meglio non saltare le ore di sonno. Secondo gli scienziati della Johns Hopkins University di Baltimora, infatti, le persone che soffrono di insonnia o di stress lavorativo hanno maggiori probabilità di contrarre l’infezione. Lo studio dei ricercatori americani, pubblicato su Bmj Nutrition Prevention & Health, ha coinvolto 2.884 operatori sanitari di Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Analizzando i 568 soggetti che hanno contratto l’infezione, il responso non ha lasciato dubbi: il 24%, ossia uno su quattro, aveva difficoltà a dormire la notte, rispetto al 21%, ossia uno su cinque, degli operatori che invece non erano stati infettati.

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LO STRESS
A dimostrazione del fatto che il sonno è un toccasana c’è poi un altro dato: per ogni ora in più di sonno notturno recuperato, secondo gli scienziati la possibilità di ammalarsi scende del 12%.

Nel rischio di infettarsi non è poi secondario il burnout, cioè lo stress lavorativo: circa il 5,5% degli operatori sanitari che si erano contagiati ne soffriva rispetto al tre per cento di quelli che non si sono ammalati. «La maggior parte dei medici internisti - ricorda Stefania Basili, ordinario di Medicina interna dell’Università La Sapienza di Roma - sono stati e sono ancora molto coinvolti nella pandemia. Portare avanti un lavoro così pesante e alienante, lavorando dentro un reparto covid, espone maggiormente alla malattia causata dal Sars Cov 2 ma anche a un semplice raffreddore». A rendere più vulnerabili è poi la mancanza di sonno. «Il ritmo circadiano sonno veglia è fondamentale nel nostro organismo - sottolinea Basili - sia per quanto riguarda il cortisolo, ma anche per tutta la parte immunologica. Se non si mantiene questo ritmo probabilmente si alterano alcune forme di protezione tra cui quelle collegate ai linfociti. Durante questa pandemia, gli operatori sanitari sono stati notte e giorno dentro gli ospedali, saltando anche i festivi e il riposo notturno».

I fattori di stress, come spiega Alberto Siracusano, direttore di Psichiatria e psicologia clinica del Policlinico Tor Vergata di Roma «tendono a indebolire le difese immunitarie. Trovarsi in condizioni particolarmente affaticanti e preoccupanti porta a un grave stress. L’ansia, poi, è una delle principali caratteristiche presenti negli operatori sanitari. Ecco perché bisogna aver rispetto dei turni di lavoro, il sovraccarico diventa una modalità disattentiva di per sé, ma è causa di rischi anche per chi viene curato». Senza dimenticare che lo stress spesso porta a sottovalutare i pericoli del contagio. «La stanchezza fisica e il cosiddetto burnout legato alla gestione dei pazienti Covid - mette in guardia Claudio Mastroianni, vice presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali - potrebbe determinare un calo dell’attenzione soprattutto nell’utilizzo delle precauzioni. Potrebbe succedere insomma che dopo un anno di duro lavoro, 12 ore al giorno, possano esserci giornate in cui l’operatore magari salta qualche misura di sicurezza. Come noto, le situazioni stressanti possono comportare un aggravio dei rischi di contagio». Durante le situazioni di stress, precisa Roberto Giacomelli, direttore di Immunologia clinica e reumatologia del Policlinico universitario Campus Bio-medico di Roma, «il sistema nervoso libera molecole che hanno la capacità di alterare e potenzialmente deprimere la risposta immunitaria. Viceversa, un normale equilibrio psicofisico garantisce la perfetta risposta del sistema immunitario».

SITUAZIONI SPECULARI
Riuscire a vincere l’insonnia sarebbe già un buon punto di partenza. «La deprivazione del sonno, quando per esempio una persona dorme poco per scelta o perché va a letto tardi ma non dorme abbastanza - ribadisce Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie - è una causa nota di stress. Ma c’è poi la situazione contraria, ossia quando una persona non riesce a dormire proprio a causa dello stress o di uno stile di vita sregolato. Si tratta di due situazioni speculari da non sottovalutare, perché producono progressivamente un indebolimento dell’organismo e questo aumenta il rischio di contrarre un’infezione».
 

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