Ciò che si temeva sta avvenendo: in questa estate in cui il virus sta circolando in modo sostenuto a causa della variante Delta, inizialmente il contagio si è diffuso tra i giovani e i giovanissimi. Hanno maggiore socialità e più bassa percentuale di vaccinazione visto che, come era normale, inizialmente si è tentato di proteggere le fasce di età più alte e dunque a rischio. In queste ore, però, sta avvenendo il passaggio del testimone: si stanno contagiando gli over 40, magari all’interno delle famiglie. Succede soprattutto a coloro che hanno deciso di andare allo sbaraglio e rifiutare il vaccino. Sopra i 50 anni sono 4 milioni. Risultato finale: dopo che per settimane l’incidenza più alta era tra teen-ager e ventenni, adesso sta crescendo tra quarantenni, cinquantenni e sessantenni. E c’è un conseguente aumento dei ricoveri, visto che a quell’età, da non vaccinati, le possibilità di finire in ospedale non sono basse come nel caso dei ragazzi.
Tutto questo è raccontato dai numeri dell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, ma è perfettamente mostrato dalla Sicilia. È la Regione d’Italia con meno vaccinati, con percentuali basse anche tra le classi di età per le quali il tasso di letalità è elevato. L’Isola ha ancora il 15 per cento di over 70 che non hanno ricevuto neppure una dose, il 20 di sessantenni, il 26 di cinquantenni e il 22 di quarantenni. La variante Delta ha un R con zero (la velocità di trasmissione) tra 6 e 8, inevitabile in queste condizioni l’esplosione dell’epidemia e dei ricoveri.
Il report
Leggendo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, aggiornato al 18 agosto, si conferma che «aumenta l’età mediana dei soggetti che hanno contratto l’infezione da virus Sars-CoV-2 (32 anni); rallenta l’aumento dell’incidenza nelle fasce di età 10-29 anni, mentre si osserva un aumento dei casi nelle fasce di età più adulte con un corrispondente ma lento aumento anche del tasso di ospedalizzazioni».
Ancora: «La maggior parte dei casi notificati negli ultimi 30 giorni in Italia sono stati diagnosticati in persone non vaccinate. Si osserva una forte riduzione del rischio di infezione da virus Sars-Cov-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto a quelle non vaccinate (83 per cento per la diagnosi, 95 per l’ospedalizzazione, 97 per i ricoveri in terapia intensiva e 97 per i decessi)». Più nello specifico, sul tema del virus che ha ricominciato a correre tra i meno giovani e dunque tra coloro che rischiano di più in caso di infezione: «Si osserva un rallentamento della crescita dei casi nelle fasce 10-19 e 20-29, mentre continuano a crescere in tutte le fasce di età sopra i 40 anni. L’incidenza nella fascia 50-59 per la prima volta da inizio maggio è superiore a 50 casi per 100.000 abitanti». Sempre utile ricordarlo: dai trentenni a scendere il tasso di letalità è inferiore a 0,1 per cento, mentre aumenta notevolmente a salire: 0,2 tra i quarantenni, 0,6 tra i cinquantenni, 2,7 tra i sessantenni, 9,3 tra i settantenni, 19,9 per gli over 80.