Covid, Nordest si colora di rosso nella mappa europea

Solo la Sardegna è verde

Covid, Nord est si colora di rosso scuro nella mappa europea
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Giovedì 18 Novembre 2021, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 16:55

Diventano ad alto rischio, e quindi colorate in rosso sulla mappa europea, le regioni Friuli Venezia Giulia, VenetoMarche e la Provincia di Bolzano che è rosso scuro. Il resto della Penisola è in giallo, con la sola eccezione della Sardegna in verde. 

È questa la nuova situazione dell'Italia nella mappa dell'incidenza dei contagi Covid-19 aggiornata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. I casi aumentano in buona parte dell'Europa centro-orientale, con Irlanda, Benelux e Paesi baltici evidenziati in rosso scuro. La Francia occidentale comincia a tingersi di rosso, mancano i dati della Spagna.

A Trieste i medici: «Stiamo come lo scorso autunno»

«La situazione oggi è analoga allo scorso autunno. Purtroppo speravamo di non riviverla, ma non è così. Il virus sta correndo e la pressione nei reparti ospedalieri è in aumento». A dirlo è il direttore della Struttura complessa di Pneumologia di Trieste, Marco Confalonieri. «Con oggi abbiamo avuto un ulteriore aumento di posti letto di semi intensiva pneumologica - spiega - sono tutti pieni, abbiamo in mente di dimetterne alcuni, che verranno subito rimpiazzati». L'Azienda sanitaria universitaria Giuliano isontina da oggi ha infatti implementato i posti letto da della Clinica Medica Covid a 25 e della Pneumologia Covid a 20. Tutti i virus respiratori con l'autunno tendono a riprendere, sottolinea Confalonieri, «il Covid è molto contagioso. Comportamenti dissennati hanno dato questi risultati».

Tra chi è ricoverato con forme gravi, la «gran parte», circa il 90%, non è vaccinato. «Io vorrei che ci fosse la percezione che siamo di fronte a un fenomeno mai visto - insiste - vorrei che le persone capissero che non ci sono dati artefatti» sul Covid. Dall'inizio della pandemia, «il mio reparto, a cui arrivano solo polmoniti gravi, ha visto 1.121 pazienti. In questa quarta ondata, in due mesi, ha già superato le 120 unità. In un anno diverso di polmoniti gravi ne vedevamo da 30 a 50». Poi però «purtroppo c'è chi esce dal reparto e che al controllo sostiene che pensava peggio. Ma il suo polmone non è pulito. Cerchiamo di farlo ragionare sul fatto che l'ossigeno è basso e con fatica ammette l'evidenza. È come se riconoscere la realtà costasse più fatica di ogni altra cosa». In questo momento anche la vicina Slovenia è in difficoltà con ospedali e contagi. «Non ci hanno chiesto aiuto - precisa - ma non riusciremmo a darglielo. Oggi la grossa e brutta novità è che ci sono molte più persone non Covid che continuano ad arrivare nei reparti perché non c'è il lockdown e ci sono tante altre malattie». In più mancano operatori sanitari sospesi in quanto non vaccinati: «Ne manca una quota non insignificante».

Restrizioni quindi, se necessarie, Confalonieri le valuterebbe «per chi non si vaccina. Agli altri occorre invece dare eventualmente la possibilità di fare il richiamo nei tempi giusti».

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