Covid Italia, contagi sopra quota 1.000. Le Regioni: «Criteri superati, vanno cambiati»

Covid Italia, contagi sopra quota 1.000. Le Regioni: «Criteri superati, vanno cambiati»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 8 Luglio 2021, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 10:00

Non poteva essere diversamente: con le riaperture, il rimbalzo del numero dei casi positivi c'è stato. Ieri siamo tornati sopra quota mille (1.010 per la precisione, di cui 208 in Campania, il 30 per cento in più di una settimana fa, tasso di positività allo 0,56) ma, almeno per ora, non c'è un effetto sui ricoveri, segnale che i contagiati sono soprattutto giovani. Negli ospedali a fine giugno fa c'erano 1.840 pazienti Covid, oggi sono 1.414, anche se va detto che negli ultimi giorni c'è stato un lieve incremento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva (ieri 8). Ieri l'Organizzazione mondiale della sanità, guardando probabilmente alle scelte del Regno Unito (32.500 casi nelle ultime 24 ore), ha avvertito: «I vaccini non bastano, non allentiamo le misure di contenimento o ci saranno gravi conseguenze».

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VALUTAZIONE
Ma tra gli esperti israeliani, dove la percentuale dei vaccinati con doppia dose è ben al di sopra del 57 per cento, il dibattito è cominciato.

C'è chi spiega: visto l'alto numero di immunizzati non ha più senso soffermarsi sul dato dei casi positivi, ma dobbiamo sempre vigilare su ricoveri e malati gravi. Anche nelle Regioni, in vista dell'autunno, sta prendendo forza questa tesi che porta a dire: il sistema dei colori, dei parametri d'allarme, è stato costruito quando i vaccinati erano pochi, dobbiamo cambiarlo; le limitazioni devono scattare solo quando si prevede che vadano in sofferenza i sistemi ospedalieri. E una parte del Cts (Comitato tecnico scientifico) ritiene che questa riflessione sul cambiamento dei parametri che portano ad assegnare i colori alle Regioni (oggi tutte bianche) e dunque a imporre le chiusure, vada fatta. Sarà utile, spiega qualcuno dall'interno del Cts, vedere come andranno le cose nel Regno Unito dove a un forte incremento dei positivi per ora non corrisponde un analogo contraccolpo (per lo meno non nelle stesse dimensioni) di ricoveri e decessi; in parte servirà monitorare anche la Spagna, che ha un aumento dei nuovi casi significativo, ma - sempre per ora - non ha ospedali in crisi. C'è chi replica: i casi aumentano e successivamente arrivano ricoveri e decessi, ormai lo sappiamo. Si tratta di un argomento forte, ma solido quando ancora i vaccinati erano pochi, ora che gli immunizzati (con la doppia dose o perché hanno superato l'infezione) sono molti, potrebbe essere superato. Ecco allora che nelle Regioni c'è chi lo dice apertamente: se a settembre, come promette il generale Francesco Figliuolo, avremo immunizzato il 70 per cento della popolazione che ha più di 12 anni, dovremo rivedere i parametri delle chiusure e dare un peso molto differente alla casella dei nuovi casi positivi. Dalla Liguria il presidente Giovanni Toti spiega ai suoi collaboratori: «Il tema delle zone - i colori differenti - sarà superato dalla campagna di vaccinazione». Simile la posizione di un altro governatore del centrodestra, Marco Marsilio (Abruzzo): «Se a settembre avremo vaccinato almeno il 70 per cento delle popolazione, non avrà più senso mantenere quel tipo di parametri che determinano i colori. Erano legati a una situazione epidemiologica differente. Li abbiamo cambiati varie volte, mi pare logico che vadano rivisti con gran parte della popolazione vaccinata». Si dirà: Toti e Marsilio sono due governatori del centrodestra tendenzialmente sempre più propensi a favorire le aperture.

OBIETTIVO
In realtà anche in alcune regioni del centrosinistra questo tema è monitorato e Alessio D'Amato, assessore alla Salute del Lazio, lo dice: «Io penso che quando si raggiungerà il 70 per cento dei vaccinati sarà giusto ragionare non in base al numero dei casi positivi, ma dei ricoveri. Noi raggiungeremo quel traguardo nella prima metà di agosto, ma sarà corretto intervenire sul sistema a settembre, quando tutto il Paese dovrebbe essere al 70 per cento dei vaccinati. Oggi il meccanismo dei colori valuta il numero dei casi, dei ricoveri e delle occupazioni delle terapie intensive. Quando i vaccinati saranno di più, dovremo legare maggiormente il sistema alla tenuta degli ospedali. Va pensata una diversa modalità, basata sulla gravità dei positivi. L'influenza classica, ogni anno, causa 7.000-8.000 decessi, non per questo andiamo a chiudere le regioni, a indicare i colori. Se i vaccini contro il Covid abbatteranno in modo drastico il numero dei casi gravi, i parametri andranno cambiati. Solo su una cosa io non arretrerei: l'uso della mascherina nei luoghi pubblici al chiuso, nei mezzi di trasporto pubblico, nei luoghi affollati all'aperto. La mascherina non impone chissà quale sacrificio e, allo stesso tempo, quest'anno non solo ci ha aiutato a difenderci dal contagio di Sars-CoV-2, ma ha abbattuto la diffusione dell'influenza, un risultato molto importante».

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