Covid-19, Brusaferro (Iss): contagio giù ma serve cautela. Molte zone rosse verso chiusura. Rezza: «Il calcio? Scelta difficile»

Covid-19 Italia, Brusaferro (Iss): contagi giù ovunque e calano i sintomatici. Ad aprile più donne malate
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Venerdì 24 Aprile 2020, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 10:10

Ad aprile aumentano i contagi di Coronavirus tra le donne anche se i casi complessivi si riducono ovunque e calano anche i sintomatici. Lo ha sottolineato il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro spiegando che la maggiore concentrazione dei casi «si ha nelle Rsa, a livello familiare e al lavoro». «L'indice di contagio in Italia è tra 0,2 e 0,7 ma ci vuole poco a tornare sopra la 'soglia'», ha avvertito il ricercatore Merler alla conferenza stampa all'Istituto sull'andamento epidemiologico di Covid-19. Infine Franco Locatelli (Consiglio superiore Sanità) ha annunciato che «il 29 aprile ci sarà la graduatoria dei test sierologici e l'aggiudicazione rispetto a quello selezionato per lo studio di prevalenza sul territorio nazionale». 

Attualmente sono state individuate zone rosse in «106 comuni, spesso con presenza di strutture sociosanitarie, in 9 Regioni: molte zone rosse sono in fase di chiusura nei prossimi giorni, già all'inizio della prossima settimana». Il dato è stato illustrato dal presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro nella conferenza stampa sull'andamento epidemiologico dei contagi da SarsCov2.


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Il numero dei casi di Covid-19 «si sta riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese», ha spiegato il numero uno dell'Istituto superiore di sanità alla conferenza stampa all'istituto sull'andamento epidemiologico dell'epidemia di Covid-19. La situazione epidemiologica è nettamente migliorata ma c'è una circolazione del virus che continua e di cui tener conto, e ci vuole cautela nelle misure di riapertura, ha aggiunto. E questo perché ci sono aree «a bassa, media e alta circolazione del virus» e «ci sono focolai anche in aree a bassa circolazione».

«La curva mostra che i sintomatici si riducono, ma ci sono ancora casi, anche questi però in riduzione. Aumenta l'utilizzo dei tamponi. Crescono gli asintomatici o coloro che hanno patologie lievi e si riducono i pazienti critici. Inoltre le età più avanzate, con più patologie, sono a maggior rischio mortalità». Il prossimo scenario «è tenere l'indice di contagio R con zero sotto il valore 1: se dovesse invece risalire sopra l'1 ci sarebbe una ricrescita della curva, con nuovi grandi numeri per le terapie intensive e decessi», ha detto Brusaferro. Strumenti fondamentali sono quindi, ha rilevato, «l'individuazione ed il monitoraggio tempestivo dei casi».

 



Dalla conferenza stampa Iss è emerso anche che al Nord e in Lombardia l'epidemia «è partita molto prima, di sicuro a gennaio e forse anche prima». In Lombardia «ci sono centinaia di casi che hanno avuto sintomi prima di febbraio», ha detto Stefano Merler dell'Istituto Kesler alla conferenza stampa all'Iss sull'andamento epidemiologico dell'epidemia di Covid-19. «Credo - ha detto - ci siano state introduzioni multiple del virus, e ciò spiega come mai al 20 febbraio ci siamo trovati già con centinaia di casi».

Secondo uno studio preliminare sulle fonti di infezione da nuovo coronavirus condotto dall'Istituto superiore di sanità (Iss) su circa 4.500 casi notificati tra l'1 e il 23 aprile, «il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro». I dati sono stati presentato oggi durante la conferenza stampa all'Iss su 'Covid-19, analisi dell'andamento epidemiologico e aggiornamento tecnico-scientificò.

La eventuale ripresa del calcio «credo sia una decisione difficile da prendere, ma per questo sport non ci sono condizioni di rischio zero e in questo caso c'è anche un contatto fisico. Il rischio non è zero». Lo ha affermato Gianni Rezza dell'Istituto superiore di sanità

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