Coronavirus, il responsabile terapia intensiva del Gemelli: «Diamo un'arma in più a Gemelli e Spallanzani»

Coronavirus, il responsabile terapia intensiva del Gemelli: «Diamo un'arma in più a Gemelli e Spallanzani»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 6 Aprile 2020, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 09:19

«In reparto siamo pieni, ora puntiamo a raddoppiare i posti letto, per farci trovare pronti a una seconda ondata di contagi», racconta Gennaro De Pascale, responsabile della terapia intensiva al Columbus Gemelli, il Covid 2 Hospital della Capitale. Il Covid 1 è l'istituto Spallanzani. Proprio per attrezzare al meglio i due ospedali di Roma in prima linea nella guerra al virus è nata la sottoscrizione del Messaggero, una gara di solidarietà tra i lettori che ha raccolto migliaia di donazioni, per offrire subito aiuti concreti a chi è in trincea: come i nuovi ventilatori polmonari e la creazione di altri posti letto in terapia intensiva. Insieme con gli altri quotidiani della Caltagirone Editore, è stato raccolto, grazie alla generosità dei lettori, un milione di euro. E ora la nostra iniziativa prosegue. Perché non si giunga a mai a scelte drammatiche, come dover decidere chi salvare.
IN CORSIA
«Dal 16 marzo a oggi siamo riusciti ad ampliare i posti letto in rianimazione, ora sono più di trenta - racconta ancora De Pascale del Columbus Gemelli - Ma l'obiettivo è arrivare a 59». Il doppio. «La sfida al coronavirus continua. Dobbiamo essere preparati a una seconda ondata, se ci sarà. Intanto stiamo provando ad alleggerire le terapie intensive non-Covid dell'ospedale». L'ultimo bollettino della Regione dice che il trend dei nuovi contagi nel Lazio, per fortuna, è al 3%. Ma la guardia deve restare alta, avverte chi è in corsia. «Purtroppo i malati continuano ad arrivare - riprende il responsabile della terapia intensiva al Columbus - molti hanno una grave insufficienza respiratoria. In alcuni casi può essere gestita con ossigenoterapia o con strumenti non invasivi, ma spesso è fondamentale l'intubazione della trachea e la ventilazione meccanica». Per questo servono respiratori. La malattia poi generalmente ha un decorso lungo. «I letti rimangono occupati per settimane - sottolinea De Pascale - Avere più ventilatori e attrezzature connesse è fondamentale. Senza non sarebbe possibile salvare vite». Da qui il ringraziamento ai lettori del Messaggero. «Ognuno può dare una mano: è l'unico modo per battere il virus. Chi non è in corsia ci aiuta ad avere le armi migliori, noi dalle 8 di mattina ci vestiamo con tuta, mascherine e occhiali e andiamo avanti per 12-13 ore. Ma lo facciamo con entusiasmo: la forza ce la da chi guarisce o chi sta meglio, giorno dopo giorno».
 

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