Coronavirus Roma, l'infettivologo Mastroianni: «In giro tanti asintomatici, dopo il 20 maggio un primo bilancio»

Coronavirus Roma, l'infettivologo Mastroianni: «In giro tanti asintomatici, dopo il 20 maggio un primo bilancio»
di Raffaella Troili
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Venerdì 1 Maggio 2020, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 10:30
Professor Claudio Mastroianni, ordinario di Malattie infettive alla Sapienza e direttore della Uoc di Malattie infettive dell’Umberto I, è il giorno delle dimissioni record.
«Sì anche da noi ce ne sono state molte. Questo mese ha dato risultati, sono sotto gli occhi di tutti, senza le precauzioni messe in campo non saremmo arrivati a una riduzione dei decessi, di ricoveri in terapia intensiva e di accessi al pronto soccorso. Non avendo una terapia efficace né purtroppo un vaccino l’unica terapia disponibile erano quarantena e isolamento».

Ma siamo alla vigilia di un allentamento delle misure.
«La cosa più importante resta il distanziamento sociale, è chiaro poi dobbiamo portare le mascherine nei luoghi chiusi e affollati, lavare spesso le mani. Il virus non sparisce, a maggio continuerà a circolare, in alcune zone di più, sarà importante prevenire e circoscrivere i focolai, anche all’interno della famiglia stessa: visto che si esce e si sta a contatto con persone potenzialmente contagiate o infettate. Perché c’è una quota significativa di asintomatici che non sa di avere il virus».

È una quota importante?
«Altrimenti il virus non si sarebbe diffuso così. Il numero dei contagiati sarà 7/10 volte superiore rispetto a quanto siamo a conoscenza. È chiara per questo l’utilità della app, che da sola non sarà determinante, ma strumento di supporto al principio del distanziamento. Dovremo misurare bene i prossimi 15, 20 giorni, ecco perché il ministero sta chiedendo alle regioni report ravvicinati per circoscrivere il virus. I test sierologici ci potranno dire quanto si è diffuso e chi l’ha superato e sviluppato anticorpi. Una parziale immunità ci potrebbe essere».

Quindi è bene effettuare i test?
«No alle iniziative fai da te sia per test sia per i tamponi, creano solo ansia e frustrazione. Meglio stare attenti, la storia ce lo insegna, non dobbiamo escludere un’altra ondata. Sarà importante quello che avverrà nella seconda parte di maggio, calcolando due settimane di incubazione dal 4 maggio: già dopo il 15/20 del mese potremo avere un’idea di come ci stiamo comportando e di come sta andando l’epidemia su scala nazionale. Stavolta siamo più preparati, dobbiamo intervenire prima, sappiamo chi abbiamo davanti».

Le uscite dei giovani non la preoccupano?
«Sono molto fiducioso, hanno capito l’importanza del momento, l’insegnamento maggiore è probabile che ce lo diano loro. Mi aspetto consapevolezza, continueranno ad adottare le misure di prevenzione, in più c’è la possibilità di uscire con prudenza e comportamenti adeguati, ognuno di noi deve dare il suo contributo. Sono stati abituati a questa fase di chiusura, nel futuro saranno capaci di esser pronti a replicare. Ecco, in questo mese di parziale apertura si abituino a dei comportamenti che dovranno rimanere tali nei mesi successivi, perché non è un tana libera tutti. Ora dobbiamo educarli, e vedere quello che succede in questo mese. Un approccio graduale è estremamente importante, anche gli altri Paesi stanno seguendo le nostre indicazioni sulle restrizioni, compresa la Germania».

E la clausura degli anziani, non è dura?
«Sono i più fragili, ciò vuol dire che un nipote a maggior ragione deve stare ancora più attento quando esce.
Perché può creare grossi danni. Nei loro confronti vanno usate precauzioni maggiori, questo non vuol dire abbandonarli, ma andare a visitarli con le dovute precauzioni». Ha già notato comportamenti sbagliati? «La mascherina. O te la metti o no, sotto il mento non ha senso. Invito a indossarla, ha un effetto positivo anche come deterrente. Ci ricorda che il virus sta circolando, è un modo per ricordarci che dobbiamo prestare molte attenzioni». 
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