Covid, bambini senza più riflessi: l’eredità del lockdown. «Aumentate le fratture»

L eredità del lockdown: bambini senza più riflessi. «Aumentate le fratture»
di Graziella Melina
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Mercoledì 22 Settembre 2021, 21:41 - Ultimo aggiornamento: 21:42

Quando arrivano al Pronto soccorso con le ginocchia sbucciate, ai medici i genitori ormai danno quasi sempre la stessa spiegazione: il bimbo è caduto per terra, magari a casa, è solo inciampato, oppure è scivolato. Niente di drammatico. Eppure dalla tac poi viene fuori che le fratture che i bambini si sono procurate sono complesse, spesso difficili da gestire. I medici del Santobono di Napoli, che di ragazzi che arrivano al Pronto Soccorso con ferite e lesioni ne vedono a migliaia ogni anno, non riescono a darsi pace. «La mancanza di attività sportiva, dovuta di recente anche al lockdown e l’uso spropositato dei dispositivi elettronici hanno fatto perdere la capacità di reazione», spiega Pasquale Guida, direttore di Ortopedia e traumatologia del Santobono e vicepresidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia pediatrica (Sitop). 

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POCHI RIFLESSI

I ragazzi, in sostanza, sembrano aver perso il cosiddetto riflesso del paracadute, quel meccanismo automatico che il corpo mette in atto per esempio allungando le braccia quando si perde l’equilibrio.

Ora invece, se i bimbi cadono anche solo perché inciampano su un tappeto, si ritrovano magari con un osso del braccio spezzato in più punti. «La maggior parte degli studi osservazionali fatti in Italia - spiega Guida - documenta che già in epoca pre-covid i ragazzini trascorrevano gran parte del tempo sul tablet. E le conseguenze sulla salute sono ormai note. Esiste addirittura una sindrome causata dalla sedentarietà, la cosiddetta goffaggine motoria. Non dimentichiamo che i bambini si abituano a giocare con i dispositivi elettronici prima ancora di parlare. Questa modalità ludica da un lato li abitua a stare spesso fermi, ma dall’altro li porta quasi a immergersi in una sorta di mondo virtuale». 

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Le ore perse davanti ad uno schermo mettono così a repentaglio le capacità motorie. «Abbiamo notato che i bambini diventano meno agili e aumentano di peso - prosegue Guida - Mentre prima della pandemia arrivavano in ospedale per incidenti stradali, con il lockdown è capitato che molti di loro cadevano in casa, spesso scivolando in bagno. La situazione si ripete sempre con le stesse modalità: trovano magari il pavimento scivoloso e cadono in maniera estremamente scoordinata perché non mettono in atto i meccanismi di difesa». L’inattività, dunque, aumento il rischio di finire in Pronto soccorso doloranti. «La nuova generazione - conferma Silvio Boero, direttore di Ortopedia e traumatologia dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova - è ormai portata a trascorrere troppo tempo al computer o con lo smartphone. Questo non rende i nostri ragazzi abili e atti a svolgere attività anche normali. Spesso hanno problemi di coordinazione motoria, come avviene nell’anziano, e così una normale caduta può creare danni importanti». 

 

L’EDUCAZIONE MOTORIA

Difficile quantificare con esattezza l’entità del fenomeno, ma ai medici che operano sul campo l’incremento dei casi è evidente. «Abbiamo osservato un aumento specialmente quando c’è stata una riapertura dopo il lockdown - ricorda Boero - Siamo arrivati ad avere 30 fratture in un giorno, mentre prima eravamo a 10-15. C’è stato in sostanza un raddoppio di casi, i bambini cadevano malamente dentro le abitazioni, oppure appena usciti di casa, ai giardini, magari sullo scivolo. Molti hanno perso la capacità di essere rapidi nel saltare, cadono più facilmente e più facilmente si fanno male». 

Per aiutarli a riacquisire maggiore competenze motorie la soluzione è alla portata di tutti. «C’è una cattiva gestione ad esempio dell’educazione motoria scolastica - rimarca Boero - Ai bambini spesso si dà un pallone per giocare a pallavolo o a calcio. Ma la vecchia sana ginnastica a corpo libero a scuola non viene più fatta. E così i bambini ormai sono più facilmente soggetti a fratture, non hanno una reattività sufficiente anche a livello muscolare». La sedentarietà e l’isolamento hanno poi fatto il resto. «Non dimentichiamo che un tempo si giocava in cortile a mosca cieca. Oggi i bambini non sanno fare nemmeno una capriola».

 

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