AstraZeneca, lotto sospeso dopo tre morti sospette. L'Aifa: «Nesso non provato»

AstraZeneca, lotto sospeso dopo tre morti sospette. L'Aifa: «Nesso non provato»
di Cristiana Mangani
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Venerdì 12 Marzo 2021, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Cinque categorie prioritarie, drive through della Difesa convertiti da aree per i tamponi a strutture destinate alla somministrazione del vaccino: il piano nazionale per l’immunizzazione di massa prende forma. Ieri è stato presentato alla Conferenza delle Regioni e, tra oggi e domani, verrà illustrato ufficialmente dal commissario straordinario, generale Francesco Paolo Figliuolo, e dal capo della Protezione civile Francesco Curcio. Ma mentre si cerca di correre il più veloce possibile per contrastare l’epidemia in crescita, un nuovo intoppo si è messo sulla strada della campagna vaccinale: la questione che riguarda AstraZeneca. A distanza di dieci giorni l’una dall’altra, tre persone sono morte in Italia, dopo aver ricevuto il vaccino anglo-svedese: il sottufficiale di Marina, Stefano Paternò, l’agente Davide Villa, e il maresciallo Giuseppe Maniscalco, tutti residenti in Sicilia.

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LO STOP
Tre procure siciliane hanno aperto un’inchiesta e i carabinieri del Nas hanno sequestrato in tutta Italia il lotto di fiale “incriminato”, con il codice ABV2856 (circa 300 mila dosi). È intervenuta anche l’Aifa, l’agenzia del farmaco italiana, e ne ha bloccato l’utilizzo.

Una decisione - spiegano - presa in via cautelare, anche se, al momento non ci sono prove che il vaccino abbia causato le conseguenze segnalate, in particolare problemi circolatori riconducibili a trombosi. Replica anche AstraZeneca: «A seguito della recente segnalazione di alcuni eventi avversi gravi l’azienda sta collaborando con le Autorità sanitarie e regolatorie che stanno procedendo agli accertamenti necessari. Da un’analisi dei nostri dati di sicurezza su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui sia stato utilizzato il vaccino».

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Nel frattempo, però, le autorità sanitarie della Danimarca, della Norvegia, dell’Islanda, dell’Estonia, della Lituania, del Lussemburgo e della Lettonia, ne hanno sospeso l’uso per precauzione. L’Italia dopo aver bloccato il lotto sotto accusa, ha istituito in alcuni centri vaccinali, dei numeri di telefono in modo da conoscere eventuali reazioni avverse. E tra chi lo ha già fatto e chi è in lista per ricevere la sua dose si sta scatenando il panico: gli insegnanti, in una chat, chiedono che venga fermata la somministrazione, e altrettanto fa il sindacato di polizia Consap che sollecita una sospensione della somministrazione finché non si accerti la causa dei decessi.

Tra vaccini che non arrivano e vaccini che vengono bloccati, si tenta comunque di mandare avanti il piano per l’immunizzazione di massa. Nelle 14 pagine della bozza consegnata ieri a governatori e sindaci, quello che emerge è soprattutto la volontà di tentare di mettere ordine nell’anarchia delle Regioni, di fissare delle regole che valgano per tutti. Il documento individua come categorie prioritarie della prima fase, gli operatori sanitari e sociosanitari, il personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani, gli anziani over 80, le persone dai 60 ai 79 anni, la popolazione con almeno una “comorbidità” (due o più patologie) cronica. Vengono inoltre indicate le successive categorie di popolazione da vaccinare, in base agli arrivi delle fiale: insegnanti, personale scolastico, forze dell’ordine, personale delle carceri e dei luoghi di comunità. In linea con quanto è stato fatto finora. È stata, poi, inserita nella bozza anche una clausola “anti furbetti”: è stata eliminata come categoria prioritaria quella dei lavoratori essenziali. Una scelta riconducibile alla volontà di prevenire eventuali tentativi di prevaricazione da parte di alcune categorie. Insomma, tutti quelli che, in un modo o nell’altro, sono riusciti a saltare liste e file. 

MODIFICHE
Dopo le persone più a rischio perché disabili e affette da patologie croniche, si procederà per fasce d’età. Con la possibilità, comunque, di vaccinare anche all’interno delle aziende (che possiedano i requisiti richiesti), tutti i lavoratori e il personale, a prescindere dall’anno di nascita. Il piano spiega che «le raccomandazioni su gruppi target a cui offrire la vaccinazione saranno soggette a modifiche e verranno aggiornate in base all’evoluzione delle conoscenze e alle informazioni disponibili». Le regioni, messe spesso sotto accusa nelle ultime settimane, non sembrano aver mosso particolari obiezioni, anche se prima del vertice il presidente della Liguria Giovanni Toti ha usato parole dure. «Se vogliamo battere il Covid a cannonate forse l’Esercito è utile - ha detto -, ma se dobbiamo somministrare i vaccini abbiamo bisogno di persone che sappiano miscelarli e iniettarli», invocando una legge quadro per autorizzare molti più soggetti degli attuali a vaccinare.
 

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