In uno studio pubblicato in pre-print sulla rivista scientifica inglese The Lancet, è emerso che il vaccino Astrazeneca e quelli a mRna non presentano particolari rischi di trombosi rare dopo la seconda dose. Nell'indagine, basata su una popolazione di oltre un milione di persone, i vaccini in questione «hanno mostrato profili di sicurezza simili e favorevoli».
Secondo lo studio, finanziato e condotto dall'azienda anglo-svedese, che analizza gli eventi trombotici rari segnalati in tutto il mondo, si possono registrare 2,3 casi per milione dopo la seconda dose rispetto agli 8,1 casi per milione dopo prima dose
«Sono stati inclusi anche tutti gli eventi con sindrome trombotica trombocitopenica (Tts) che si sono verificati entro 14 giorni dalla somministrazione della prima o dalla seconda dose del vaccino AstraZeneca fino al 30 aprile», spiegano gli autori.
A sottolineare i risultati dello studio è stata la multinazionale biofarmaceutica AstraZeneca attravreso una nota pubblicata sul proprio sito. La ricerca ha valutato, su dati del mondo reale, i tassi di incidenza dei disturbi della coagulazione del sangue, tromboembolia e trombocitopenia, inclusa la rarissima con sindrome trombotica trombocitopenica (Tts), registrati dopo vaccinazione con un vaccino a mRna o con Vaxzevria, e ha confrontato questi dati con i tassi previsti per queste malattie nella popolazione generale e in chi ha avuto il Covid. Ebbene, «i profili di sicurezza dei vaccini a mRna e di Vaxzevria erano simili e nel complesso favorevoli».
Astrazeneca, i dati sulle trombosi rare
«Sono stati osservati disturbi della coagulazione del sangue molto rari (Tts) con entrambi i vaccini - si legge nella nota - ma questi casi erano in linea con quanto ci si aspetterebbe nella popolazione generale e inferiori a quelli diagnosticati in chi ha avuto il Covid. La durata del follow-up - si precisa - non è stata sufficiente per riportare i tassi degli eventi rari dopo due dosi di Vaxzevria, sebbene altri studi abbiano mostrato che i tassi di rari eventi di coagulazione del sangue sono inferiori dopo una seconda dose».
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Lo studio ha evidenziato inoltre che, «indipendentemente dal vaccino utilizzato, l'aumento dei tassi di trombosi tra le persone contagiate è stato di gran lunga superiore a quello tra vaccinati. I tassi di tromboembolia venosa erano 8 volte più alti dopo una diagnosi di infezione da Covid-19 rispetto al tasso previsto». Secondo Mene Pangalos, executive vice president, BioPharmaceuticals R&D di AstraZeneca, «questo studio nel mondo reale offre ulteriori evidenze sui benefici favorevoli del vaccino e dimostra il ruolo fondamentale che tutti i vaccini anti-Covid stanno svolgendo nella lotta alla pandemia».
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