Alcolismo, scoperta nel cervello una molecola chiave che induce a bere

Alcolismo, scoperta nel cervello una molecola chiave che induce a bere
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Lunedì 16 Novembre 2020, 18:43

Una scoperta italiana potrà aiutare i medici nella cura e nella prevenzione del dramma dell'alcolismo. Scoperta da ricercatori italiani che lavorano all'estero una sostanza nel cervello che favorisce il consumo eccessivo di alcolici e che potrebbe avere un ruolo chiave nel combattere l'alcolismo. Reso noto sulla rivista Neuropsychopharmacology, il traguardo è stato messo a segno da Pietro Cottone e Valentina Sabino della Boston University School of Medicine (BUSM). Si tratta di una piccola proteina, un peptide chiamato PACAP, che agisce su un'area cerebrale implicata nella paura, nell'ansia e nella risposta allo stress (BNST).

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Fermando PACAP si può fermare il consumo compulsivo di alcol, spiega Cottone all'agenzia Ansa sulla base dei risultati ottenuti per ora in uno studio su animali.

Gli esperti hanno constatato che quando i topolini sono in astinenza da alcol (che si manifesta con comportamenti e sintomi d'ansia) nella regione neurale BNST aumentano le concentrazioni di PACAP e di conseguenza consumano alcol per sedare la propria ansia. Bloccando PACAP con una sostanza specifica, questo circolo vizioso di astinenza, ansia e impulso a bere svanisce.

«Abbiamo capito che questo trattamento sperimentale anti- PACAP blocca completamente l'ansia e il consumo compulsivo di alcol nei topolini dipendenti» afferma Sabino. Si tratta di uno studio ancora preliminare ma con forti implicazioni per potenziali applicazioni terapeutiche: infatti in studi su adulti europei sono state isolate varianti (mutazioni) del gene per PACAP associate ad alcolismo; analogamente mutazioni a carico del gene per il recettore cui si lega PACAP (recettore pac1) sono risultate associate a consumo problematico di alcolici in giovani donne. Il prossimo passo della ricerca sarà sviluppare delle molecole per bloccare l'azione di PACAP che possano facilmente essere somministrate all'uomo in trial clinici. (ANSA).

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