Mal di rumore nelle città italiane, a Roma aumentano i disturbi dell'udito, mal di testa e insonnia

Un mondo di rumore nelle nostre città
di Luisa Mosello
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Venerdì 16 Ottobre 2015, 23:22 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 12:06
Roma città eternamente rumorosa. Dopo Napoli e Milano, la Capitale è fra i luoghi più assordanti d'Italia: quasi 1 romano su 3 (il 28%) è sottoposto a un alto livello di rumore.

Un eccesso di decibel che può aumentare di circa il 30% la probabilità di disturbi uditivi e che si associa a un raddoppio di casi di disturbi dell’umore, di insonnia, di difficoltà di concentrazione e di mal di testa. Sono i dati emersi dal recente focus “Coping with noise” promosso da Amplifon per mettere in luce il rapporto fra la salute, la rumorosità e la vita quotidiana nelle nostre città. «L’esposizione al rumore - spiega Giancarlo Cianfrone, Professore Ordinario di Audiologia e Direttore del Dipartimento Organi di Senso all'Università degli Studi di Roma La Sapienza - può danneggiare le nostre orecchie. Si tratta di danni anatomici e funzionali, che dipendono dall’intensità del rumore, dalla durata dell’esposizione e dalla suscettibilità che ogni persona ha nei confronti del rumore. Da questa situazione di sofferenza possono generarsi le condizioni per una perdita uditiva e anche di due altri fenomeni: gli acufeni, considerati percezioni fantasma di suoni, e l’iperacusia, un’intolleranza ai suoni esterni, anche lievi o moderati. I soggetti più suscettibili sono da una parte i giovani e gli adolescenti, spesso esposti a musica ad alto volume, e gli anziani, in cui invece al rumore si aggiunge il possibile utilizzo di farmaci ototossici e un maggiore rischio metabolico e cardiovascolare: un mix esplosivo per l’udito».

LE FONTI DI RUMORE: DALLA STRADA AL MARTELLO PNEUMATICO
A Roma la principale fonte di rumore è la strada (alta e medio-alta esposizione al rumore del 36%), seguita dalla musica di sottofondo (34%), dalle conversazioni fra persone (29%) e dal trasporto pubblico (23%). I rumori più fastidiosi? Per i romani sono quelli provocati dai martelli pneumatici (61%). Seguiti a pari merito dallo schiamazzo dei vicini di casa e dal volume troppo alto di tv e radio (42%). Seguono i bambini che giocano (40%), i suoni provenienti dalla strada (39%) e le sirene di ambulanze o polizia (37%). Dallo studio emerge la passione degli abitanti della Capitale per i ristoranti, luoghi solitamente molto affollati e rumorosi. Un’abitudine che piace al 75%: la percentuale più alta non solo in Italia, ma in tutto il mondo (media internazionale del 64%). Nella Città Eterna anche i concerti sembrano attrarre la popolazione come una “calamita”: piacciono al 59%, percentuale che ancora una volta è la più alta in Italia.

UN FRENO AI DECIBEL
I romani sono poco preparati sulle conseguenze disastrose che il troppo rumore può avere sull’organismo: solo il 43% dichiara, infatti, di conoscere gli effetti di un eccesso di decibel sulla salute. Anche se la maggioranza, il 60%, vorrebbe avere maggiori informazioni. Per mettere un freno a questa emergenza di “mal di rumore” gli esperti suggeriscono azioni sia di prevenzione che di gestione dei disturbi uditivi conseguenti. Da un lato è necessario informare, soprattutto i più giovani, sui rischi dell'esposizione ai rumori, sulla tipologia di suoni che possono danneggiare l'udito, sui sintomi del trauma acustico da rumore. Una migliore prevenzione può infatti permettere di intervenire sia a livello individuale (con i doppi vetri in casa, l’uso di cuffie professionali, la riduzione del volume quando si ascolta la musica), sia a livello istituzionale (con la riduzione del livello di decibel consentito nei locali pubblici). Il resto appartiene ai progressi nel campo della diagnosi e della gestione dei disturbi uditivi legati all'esposizione al rumore. Attraverso la tecnologia digitale dei moderni apparecchi acustici che ha permesso di superare quei fenomeni di distorsione che in passato rendevano difficile percepire e differenziare segnali vocali e rumori. E che in futuro punteranno sempre di più a personalizzare i trattamenti.