I Comuni più longevi sono localizzati principalmente nelle aree interne, in quattro aree contigue ai Parchi del Gran Sasso e della Majella e alla Marsica. «Lo sdijuno, una tradizione che rimane ancora tra gli anziani, è il primo pasto abbondante della giornata - spiega Mauro Serafini, docente di Alimentazione e nutrizione umana della Facoltà di Bioscienze dell'Università di Teramo -. Seguiva al pasto frugale del tramonto, che si faceva intorno alle 18, e a una colazione minima delle 6.
Lo sdijuno delle 11 del mattino garantiva all'organismo un periodo di digiuno di circa 14/16 ore, se non si tiene presente il piccolo pasto all'alba».
«Questa abitudine alimentare abruzzese - prosegue Serafini - è perfettamente in linea con le più recenti evidenze scientifiche, che hanno evidenziato l'importanza di concentrare i pasti della giornata, ma soprattutto di limitare l'apporto calorico la sera, quando il metabolismo, seguendo i ritmi circadiani, rallenta». «Sulla base di queste premesse - conclude l'esperto -, lo 'sdijuno' abruzzese si propone come modello alimentare peculiare e ante litteram rispetto alle recenti diete del digiuno, in grado di spiegare, insieme a fattori ambientali, nutrizionali e genetici, la longevità abruzzese».
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