Vanno prelevati interi (non recisi), sani e senza utilizzare vanghe, zappe, uncini e strumenti vari che potrebbero danneggiare lo strato umifero del sottobosco. I funghi raccolti devono essere trasportati in contenitori rigidi e aerati (come i classici cestini di vimini) che consentono l'ulteriore disseminazione delle spore ed evitano fenomeni di compressione e di fermentazione. Gli esemplari sospetti vanno separati dai funghi già individuati come buoni affinché non li contaminino. Tutti i funghi commestibili vanno consumati ben cotti: quelli crudi sono scarsamente digeribili, se non addirittura velenosi.
Per esempio il comune chiodino (Armillaria mellea) è tossico da crudo e deve essere necessariamente pre-bollito per almeno 15 minuti prima della successiva cottura. Se si intende congelare i chiodini, il trattamento di prebollitura deve essere eseguito prima di procedere al congelamento. I funghi sono di difficile digeribilità anche per persone adulte e sane che devono mangiarne in quantità moderata, ed è bene evitare di farne consumare a bambini, donne in gravidanza o allattamento, anziani, persone che presentano intolleranza a particolari alimenti, farmaci o affette da patologie gastriche, epatiche, pancreatiche, renali, senza il consenso del medico.
Non tutti sanno che, al fine di evitare intossicazioni e avvelenamenti, le Aziende sanitarie locali hanno predisposto un servizio gratuito di controllo commestibilità da parte dei micologi dell'Ispettorato micologico del Dipartimento della Prevenzione. Per conoscere gli esperti più vicino è possibile consultare la sezione Sportelli sul sito micologi.it. Una volta che sarete tranquilli sulla qualità dei funghi raccolti «Buon appetito»!
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