Fodmap, la cura servita a tavola: curare colon irritabile con un’alimentazione povera di carboidrati e zuccheri

Fodmap, la cura servita a tavola: curare colon irritabile con un’alimentazione povera di carboidrati e zuccheri
di Anna Guaita
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Giovedì 26 Giugno 2014, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 20:22
Per la dottoressa Elena Nascimbeni Ferran quella paziente era diventata una vera sfida. Approfondite analisi, incluso endoscopie, colonoscopie ed ecografie dell’addome, dimostravano solo una lieve forma di riflusso esofageo.
Eppure eccola ancora lì, Eve White (il nome è falso, per proteggere la privacy della persona), questa signora 60enne, sdraiata sul lettino, a lamentarsi della pancia gonfia, dei dolori spesso acuti dopo mangiato, della continua irregolarità intestinale, di insonnia e mal di testa. Un malessere oramai quasi cronico che causava a questa paziente uno stato di crescente depressione.

I dolori. È stato allora che la giovane gastroenterologa italiana ha deciso di suggerire un nuovo esperimento: adottare una dieta a basso contenuto di cibi FODMAP.

Evitare cioé i carboidrati a catena corta, che possono essere di difficile digestione per persone particolarmente sensibili, e che sono contenuti nel grano, nel latte e derivati, in molti frutti (pere, mele, cocomero, ciliege), in vari vegetali (carciofi, cavolfiore, asparagi, cipolla, aglio), e dolci (miele, succhi di frutta, alcuni dolcificanti artificiali). In inglese si chiamano “Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, and Polyols”. Includono fruttosio, lattosio, fruttano e galattano. I polioli includono il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo e il maltitolo.

Le cause. Questi zuccheri possono – in individui predisposti – causare fermentazione, gonfiore, gas, irritazione, mal di testa, carenza di vitamina b12, e perfino insonnia, dolori articolari e problemi dermatologici, oltre a un alternarsi di diarrea e stipsi. Sono spesso la ragione per cui l’intestino diventa irritabile e dolorante.

La dottoressa Nascimbeni Ferran, che si è laureata in medicina alla Sapienza a Roma e si è specializzata in gastroenterologia a New York agli ospedali St. Vincent e Mount Sinai, è oggi indicata come uno dei medici più affidabili dell’area newyorchese e lavora presso il “Joan H. Tisch Center for Women’s Health” della New York University. I suoi pazienti apprezzano in lei proprio la capacità di fondere il buon senso e la pazienza della vecchia Europa al perfezionismo dei migliori centri medici Usa. Eve White era arrivata da lei su consiglio di alcune amiche italiane, che giuravano che “Elena l’avrebbe rimessa in piedi”.

Dunque, la signora White ha adottato la dieta “a basso contenuto di Fodmap” e tre mesi più tardi si è seduta di nuovo davanti alla dottoressa Nascimbeni Ferran, questa volta per esprimerle la gioia di sentirsi di nuovo la pancia piatta, di non dover più usare la borsa dell’acqua calda dopo mangiato, di non dover sorbirsi tisane contro il mal di pancia, ecc. Non solo, la signora aveva anche perso un paio di chili, e la sua pelle era “raggiante”.

La terapia. La dieta a basso contenuto di Fodmap è una scoperta di un gruppo di studiosi del dipartimento di gastroentorologia della Monash University, di Victoria, in Australia (http://med.monash.edu.au/cecs/gastro/). Da venti anni, i ricercatori australiani studiano quali siano i cibi che causano la sindrome del colon spastico e tutte le sue complicazioni.

C’è però un malinteso di fondo: molti credono che la low-Fodmap sia una dieta a basso contenuto di glutine per chi soffre di una non meglio definita “intolleranza” a questa proteina, senza però essere affetto senz’altro da celiachia. Ma esperti di celiachia, come il professor Alessio Fasano (ecco un altro medico italiano, lui laureato a Napoli che si è fatto un nome negli Usa) indiscussa autorità in questo settore, precisa che intolleranza ai fodmap e celiachia sono due cose diverse anche se i sintomi e le reazioni a certi cibi possono essere simili.

Difatti gli studiosi australiani puntano il dito non tanto contro il glutine, ma contro i carboidrati contenuti negli stessi alimenti che contengono il glutine, cioè nel grano, nella segale, orzo, kamut. La dieta a basso contenuto di fodmap va seguita rigidamente per varie settimane. Tenendo un diario, man mano che reintroduce i vari cibi in minime quantità, il paziente sarà in grado di riconoscere quali siano quelli che proprio non tollera e quali può invece ricominciare a mangiare.
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