"Origini trasparenti", un sito e una app per sapere sempre da dove viene quel che si mangia

Coop "Origini trasparenti"
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Giovedì 21 Novembre 2013, 18:15 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 19:41
Sapere sempre cosa si compra e da dove viene quel che si mangia. “Origini Trasparenti” è la nuova campagna consumerista di Coop il cui scopo è rendere disponibile in tempo reale l’informazione relativa all’origine delle materie prime dei prodotti alimentari confezionati. Una campagna che punta alla trasparenza dell’informazione, per quanto attiene ai prodotti a marchio confezionati; in totale oltre 1400 di uso quotidiano. Dalla passata di pomodoro allo yogurt al latte ai cereali e via di questo passo, escludendo quelle categorie di prodotti come i freschissimi su cui la determinazione dell’origine è già obbligatoria per legge in etichetta (come ad esempio per ortofrutta e carni bovine) o aggiunta volontariamente da Coop (carni suine ed avicole).

C'è anche un sito internet dedicato (www.cooporigini.it linkato al sito istituzionale www.e-coop.it ) dove il consumatore, digitando il codice a barre o il nome del prodotto, avrà subito disponibili le informazioni relative alle principali materie prime impiegate nelle produzioni, quelle più consistenti dal punto di vista quantitativo e quelle caratterizzanti il prodotto. Su richiesta inoltre si potranno ottenere informazioni anche su ingredienti minori. E' stata realizzata anche un App (disponibile su piattaforma iOS ed Android) che consente, semplicemente fotografando il codice a barre, di ottenere le stesse informazioni offerte dal sito www.cooporigini.it e per i 4 italiani su 10 che non usano Internet i punti di accoglienza degli oltre 1400 punti vendita Coop ospiteranno depliant, cartellonistica e in alcuni anche pc a disposizione.

Su alcuni prodotti “semplici” la cui materia prima è al 100% italiana l’informazione in realtà è già inserita in etichetta. Ma su molti prodotti, su cui può essere estremamente complesso inserire i dati in etichetta e soprattutto aggiornarli il ricorso al web è inevitabile, tanto più che accanto “al dove si produce”, bisogna sempre indicare anche “il come”: l’origine è un’informazione utile, ma altrettanto importanti sono le garanzie sulle modalità produttive, sui controlli, sulle caratteristiche di sicurezza e qualità dei prodotti.

«Si tratta di informazioni non aggiunte ma sostanziali e che il web permette, appunto, di fornire consentendo al consumatore una scelta consapevole.– precisa Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop)- Per noi di Coop è doveroso mettere i consumatori nelle condizioni di scegliere responsabilmente e abbiamo ritenuto urgente fornire gli strumenti necessari per esercitare il diritto di scelta su una materia così delicata e al tempo stesso decisiva come appunto la provenienza delle materie prime».

«Questo dell’origine delle materie prime è un progetto a cui lavoriamo da tempo, con rigore e determinazione - spiega Marco Pedroni presidente di Coop Italia– ma essendo la materia complessa, non basta limitarsi a dire se il latte o i legumi in scatola sono italiani o vengono dall’estero. Il problema è anche cercare di fare in modo che si capisca il perché. Coop da sempre privilegia, a parità di qualità e sostenibilità economica, i prodotti italiani e, pur in un contesto difficile per l’agricoltura, ha sempre continuato a sviluppare politiche di filiera nazionali, ma evitando facili semplificazioni. Il 60% dei nostri prodotti alimentari oggi sono fatti con materie prime di origine italiana. Una percentuale che sale ulteriormente se si escludono prodotti (tipo caffè e cacao) per le quali la materia prima è obbligatoriamente estera perché non disponibile nel nostro paese. Ma l’informazione che spesso manca a tante persone è che, per tanti altri prodotti, che pure sarebbe possibile coltivare o produrre nel nostro paese, non siamo autosufficienti».

Basti dire che in Italia produciamo solo il 38% del grano tenero di cui avremmo bisogno, col grano duro arriviamo al 65%, con le carni bovine siamo al 76%, e per il latte alimentare arriviamo ad appena il 44%. Ribaltando il punto di osservazione, le uniche filiere in cui siamo autosufficienti sono quelle del riso, del vino, della frutta fresca, del pomodoro e del pollo. Del resto dal 1970 ad oggi gli ettari di superficie coltivabile nel nostro paese si sono ridotti di 1/3, scendendo da 18 milioni a 13, mentre la popolazione, salita a 60 milioni, è cresciuta del 10%.

«E’ importante ribadire – sottolinea Maura Latini direttore generale di Coop Italia – che nel nostro lavoro su tutti i prodotti a marchio Coop abbiamo definito alcune priorità che sono la garanzia del rispetto degli standard di qualità e di sicurezza. Non abbiamo mai abbassato la guardia sui controlli e sulla sicurezza. Parte integrante di questo percorso è ora il progetto sull’origine delle materie prime. Ci piacerebbe come è già successo in altri casi che il nostro esempio funzionasse da apripista per altre iniziative concrete su questo tema».

Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, intervenendo sul tema nella conferenza stampa di presentazione, ha dichiarato che «trasparenza e indicazione dell'origine dei prodotti agricoli sono due elementi imprescindibili, da oltre vent’anni parte integrante delle scelte di politica agricola comunitaria. Oltre ai marchi Dop e Igp, l’Europa ha approvato il nuovo regolamento sulle informazioni ai consumatori, estendendo l'obbligo di etichettatura di origine a tutti i prodotti zootecnici freschi. Misure tutte rivolte alla tutela delle produzioni tipiche di qualità, distintive dei diversi territori, che garantiscono protezione a produttori e consumatori, oggi sempre più consapevoli e attenti ai valori materiali e immateriali dei prodotti che portano in tavola. In questo contesto, bisogna dunque applaudire l'iniziativa di Coop Italia che, prima in Europa, ha deciso di fornire ai propri consumatori informazioni dettagliate e facilmente reperibili sull'origine dei prodotti e sui luoghi e le modalità di produzione. Un'operazione che mi auguro possa fare da modello ed essere replicata in Italia e in Europa».
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