Carni rosse, Ue al contrattacco. Lorenzin: «Sistema italiano sicuro»

Carni rosse, Ue al contrattacco. Lorenzin: «Sistema italiano sicuro»
di Carla Massi
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Mercoledì 28 Ottobre 2015, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 16:22

Hamburger di manzo con salsa al peperoncino, formaggio e bacon tagliato spesso. Ecco la risposta del presidente Obama all’allarme dell’Oms sulle carni lavorate e le carni rosse. A bordo dell’Air Force One è stato questo il suo pasto durante il viaggio da Washington a Chicago. Una sfida che vale più di un discorso.

Come il coro mondiale che attacca l’Oms. Accusata di aver creato preoccupazioni esagerate sui salumi come sulla bistecca. Un coro che si rifiuta di inserire questi alimenti nell’elenco dei cibi cancerogeni pur convenendo sulla necessità di limitare le porzioni. Dai bambini ai nonni. Si lamentano i produttori, è chiaro, ma sono critici anche gli addetti ai lavori come gli oncologi.

Fa un calcolo l’associazione “Cancer Research” inglese: se tutti i britannici smettessero di fumare si avrebbero 64mila morti in meno l’anno, mentre se smettessero di mangiare carne rossa e lavorata le vite salvate sarebbero 9mila. «È ovvio che la questione è tutta nella quantità - aggiunge l’oncologo Umberto Tirelli, direttore scientifico del Cro di Aviano - tutto il discorso va messo nel giusto contesto».

LA POLITICA
E dopo 48 ore dall’annuncio mondiale contro le carni rosse l’Oms sembra fare un piccolo passo indietro e ridimensiona l’allerta. A parlare, a “correggere il tiro” all’Expo di Milano, è Oleg Chestnov, vice direttore generale dell’Oms durante la conferenza internazionale “Nutrire il Pianeta, nutrirlo in salute”. «Del cibo sappiamo - fa sapere alla platea - che alcuni elementi, a causa del modo in cui vengono preparati e lavorati, possono portare a problemi di salute. Se assunti in modo eccessivo.

Questi prodotti non vanno però eliminati». E poi, una serie di dettagliate spiegazioni sulla genesi del messaggio che ha sconvolto il mondo occidentale. «Era indirizzato soprattutto ai politici - precisa Chestnov - perché possano autoregolare la materia all’interno degli stessi Paesi. Dobbiamo pensare che non è tutto bianco o nero, bisogna capire qual è il giusto equilibrio e penso che l’argomento debba entrare nell’agenda della ricerca scientifica».

La Ue, scossa dall’allarme, potrebbe decidere di avviare una procedura per “rileggere” l’annuncio Oms. L’industria europea della lavorazione delle carni, Clitravi, non accetta la tesi e respinge al mittente il pericolo rapporto carni-cancro. Nonostante gli appelli, degli ultimi anni, da parte degli oncologi che, nella pratica clinica, invece, si rendono conto di quanto sia stretto il legame tra abbondanza di carni lavorate e carni rosse e l’insorgenza della neoplasia. In particolare nelle persone sopra i 50.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin rassicura e parla delle sue abitudini alimentari. «Questa carne - ha spiegato a Milano all’Expo durante il convegno che ha chiuso gli oltre 100 eventi organizzati dal ministero - la mangio anche io. Sto ancora allattando i miei figli, al momento hanno l'alimentazione della mamma. E partendo da questo punto io mi alimento in modo equilibrato mangiando tutto, anche la carne rossa, che tra l'altro mi serve per “tenermi su” e per il contenuto di ferro.

Ricordiamo che abbiamo un sistema industriale tra i più avanzati del mondo, tra quelli che hanno un regime ristretto. Ad esempio sul sale e i conservanti. Basta rispettare la dieta mediterranea. Il problema è che negli anni abbiamo dimenticato la nostra tradizione e tendiamo a mangiare sempre più cibi processati».

LE AVVERTENZE
Gli agricoltori cominciano a fare i conti e prevedere quello che potrebbe succedere se dopo l’allarme non preverrà il buon senso. Accompagnato da nuove indicazioni sulla scelta dei cibi durante la settimana, la grandezza delle porzioni e il modo di cottura. Come dire che è importante imparare a selezionare quello che mandiamo giù nell’arco della settimana come nell’arco del mese.

«Tenendo presente, senza creare panico generalizzato - afferma Walter Ricciardi presidente dell’Istituto di sanità - che più i cibi sono lavorati e trattati, più sono pericolosi». E minore, dunque, dovrà essere la loro quantità nel nostro menù. Le associazioni dei consumatori, a differenza del coro generalizzato, chiedono di far presto. E di mettere delle avvertenze sui prodotti come si fa per le sigarette.

Gli agricoltori, come gli industriali, cominciano già a fare i conti sulla possibile oscillazione del mercato all’indomani dell’allerta. La Coldiretti parla di 180mila posti di lavoro per un settore chiave che vale 32miliardi di euro (un quinto dell’intero agroalimentare italiano). Le carni e i salumi, fa sapere Francois Tomei direttore di Assocarni (Confindustria), vogliono dire 10-15% del prodotto interno lordo annuo.

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