Era una promessa del calcio. In passato era stato scelto dal Milan per la squadra delle giovanili, anche se quell'esperienza straordinaria durò poco. In seguito, Visin Seid tornò a Nocera Inferiore, da quella famiglia che lo aveva accolto e adottato con tanto amore. E che per lui stravedeva, in ogni caso. Ieri, il giovane di 21 anni è stato trovato morto in casa. Un suicidio, riferiscono gli inquirenti. Sconosciuti i motivi. Domani saranno celebrati i funerali.
La notizia ha sconvolto l'intera comunità, che conosceva quel ragazzo, amato e ben voluto da chiunque. Visin Seid proveniva dall'Etiopia. In Italia c'era arrivato all'età di sette anni. L'Atletico Vitalica, squadra di calcio a 5 di Sarno in cui aveva militato, lo ha ricordato attraverso le parole del dirigente Antonio Francese. «Il tuo sorriso, il tuo indiscusso talento, la tua naturale e straordinaria predisposizione a dare del tu alla palla restano impressi nella nostra mente.
Centinaia i messaggi condivisi da amici e conoscenti attraverso i social, per quel ragazzo un pò «triste», ma anche timido e curioso, che non aveva solo il pallone tra i suoi hobby. C'era anche il teatro, la politica. I suoi primi calci li aveva dati nella scuola del liceo scientifico Nicola Sensale di Nocera Inferiore, dove aveva anche preso il diploma.
Poi passò in quella degli "Azzurri" di Torre Annunziata. Prima della sua vita nell'Agro nocerino, era stato notato da Mino Raiola e dagli osservatori di Napoli, Inter, Milan e Manchester City. Per un periodo giocò proprio alcuni tornei con il Milan. Abile con entrambi i piedi, giocava da centrocampista offensivo. La passione per il calcio poi si ridimensionò, senza un apparente motivo, forse per la lontananza da casa. Tornò in Campania, giocando anche nel Benevento per sei mesi. Ieri sera, a scoprire il corpo senza vita del giovane sono stati i genitori. Sul posto sono giunti anche i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore per i primi accertamenti. Sullo sfondo vi sarebbe stato un "disagio psicologico" che lo avrebbe spinto all'estremo gesto, ma sul quale oggi nessuno sa darsi una spiegazione.