Nessuno aveva immaginato il tragico epilogo nemmeno i suoi amici con cui il giovane ha trascorso giovedì e venerdì sera. «Antonio era sempre gioviale e disponibile con tutti ha detto un suo amico giovedì abbiamo trascorso la serata insieme. Nulla faceva presagire il suicidio». Poi, sabato mattina il violento e triste epilogo. Il giovanotto, che da poco aveva conseguito la laurea in Scienze estere, si è recato al poligono di tiro a segno di Eboli. Aveva l'autorizzazione per poter utilizzare armi e sparare. Ha chiesto una pistola e l'ha noleggiata. Poi, ha sparato tre colpi di pistola contro il bersaglio e l'ultimo contro di sé sparandosi in bocca ed uccidendosi. Un'azione premeditata, sostengono i carabinieri della compagnia di Eboli, agli ordini del capitano Luca Geminale che subito dopo la tragedia si sono precipitati al poligono. Il suicidio per gli investigatori è riconducibile alle crisi depressive che ultimamente attanagliavano il ragazzo che a casa ha scritto due lettere indirizzate alla madre e al fratello con le quali li ha salutati per l'ultima volta. Qualcosa, negli ultimi tempi turbava lo studente modello che a Bologna aveva conseguito la laurea. Nessuno però si è accorto che quel disagio potesse finire in tragedia. Nessun segnale di disagio nemmeno per il personale del poligono di tiro a segno di Eboli dove sabato mattina con massima freddezza ha impugnato la pistola senza far trasparire le sue reali intenzioni e si è tolto la vita.
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