Caso appalti, Napoli al consulente:
«Sblocchiamo gara senza passare un guaio»

Caso appalti, Napoli al consulente: «Sblocchiamo gara senza passare un guaio»
di Petronilla Carillo
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Martedì 12 Ottobre 2021, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 11:26

Nell’ordinanza del gip Romaniello si fa riferimento anche al presidente della giunta regionale. Un riferimento indiretto anche se, nelle mani degli investigatori, ci sarebbero le prove di ciò di cui gli indagati parlano. Ovvero, di una cena. È il 14 febbraio del 2020 quando il consigliere regionale Franco Picarone (non indagato), in campagna elettorale per le Regionali del 31 maggio 2020 (poi rinviate per il Covid a settembre), «compulsa - scrive il gip - i rappresentanti di cooperative sociali, in particolare Fiorenzo Zoccola, ad “attivarsi” nel corso di un incontro da tenere per una cena programmata la “domenica sera” con il presidente De Luca, sollecitandolo anche affinché nell’incontro si definisse la questione della gara, lasciando intendere che la situazione doveva risolversi prima delle elezioni amministrative regionali».

Durante quella cena, proprio Savastano (insieme al consigliere comunale Fabio Polverino, figlio di uno dei vigili «premiati» da De Luca ma non indagato) fanno da tramite tra il governatore e il presidente della coop per cercare di sbloccare un intoppo burocratico amministrativo.

Ovvero, il blocco della gara di affido a favore di una delle coop di Zoccola voluto dal dirigente comunale Luca Caselli ora ai domiciliari. Il capo del settore Ambiente del Comune, ritenendo di aver già fatto troppo a favore delle cooperative sociali, ma soprattutto supponendo (forse) di essere nel mirino degli investigatori, mette un veto su alcuni requisiti. Veto che solo il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, avrebbe potuto eliminare firmando un provvedimento di emergenza e consentendo a Zoccola di partecipare e vincere. Provvedimento che poi Napoli emetterà consapevole, secondo gli inquirenti, di ciò che stava facendo. La prova è data da una serie di intercettazioni dove Felice Marotta, consulente e membro dell’ufficio staff del sindaco, in una intercettazione ambientale del 24 febbraio del 2020 parla con Caselli ed altre persone non indagate (tra questi un altro assessore, quello al Bilancio, Luigi Della Greca) delle «facilitazioni predisposte nel bando di gara e nel relativo capitolato e rese note ai responsabili delle cooperative per consentire loro di acquisire i requisiti previsti e modulare le proprie offerte».

Il 19 marzo la questione bando è ancora sospesa, Felice Marotta è nella stanza del sindaco Napoli. Le intercettazioni lasciano intendere che, se la questione di sblocca, è per intercessione del governatore De Luca. Felice Marotta esclama: «Senti, De Luca mi ha fatto un guaio troppo grosso, io lo voglio troppo bene...». Il sindaco Napoli: «Perché che ti ha fatto?». «Questo Vittorio (Fiorenzo Zoccola, ndr) si è messo nelle palle....Guarda io l’avevo cazziato, lo avevo allontanato, non ci salutavamo neanche più...ma quello mi chiamò la e me lo fece trovare la....». Napoli: «Te lo fece trovare il...». Marotta: «Eh eh». Napoli: «Eh, ma mò che dobbiamo fare con questo? Vediamo non passare un guaio...». Nella giornata di ieri il sindaco Napoli, per il tramite del suo legale, l’avvocato Cecchino Cacciatore, ha emesso una nota nella quale precisa che «il mio assistito apprende da notizie diffuse da testate giornalistiche di essere indagato. In verità, pare che al primo cittadino non venga attribuita alcuna condotta specifica, né alcun interessamento concreto rispetto alla relativa procedura amministrativa. D’altra parte, non potrebbe essere diversamente dal momento che il detto servizio di pulizia attiene ad una procedura svoltasi in piena emergenza Covid, per un importo assai esiguo (pari a circa 4.000 euro), ma soprattutto di stretta ed esclusiva competenza della società Salerno Pulita».

Sono sempre le intercettazioni ad incastrare Zoccola e mostrare agli inquirenti come fosse parte attiva nella campagna elettorale del consigliere arrestato. «È possibile - scrive il gip - cogliere appieno i condizionamenti esercitati da Zoccola, anche in merito alla assunzione di personale presso la società in house del Comune (Salerno Pulita, ndr) facendo sempre leva sul notorio rapporto preferenziale con Savastano: infatti, chiede informazioni per una sua amica che vorrebbe sottoporre un curriculum a tale Gelsomino, impiegato presso l’ Asis salernitana. Ma ciò che risulta ancor più allarmante è la risposta data all’imprenditore dal suo interlocutore, il quale non esita ad indicare tale “Gelsomino”, “interno al sistema”, ma vicino a Nello Fiore, candidato anch’egli alle elezioni regionali del settembre 2020, circostanza che spinge Zoccola a rimarcare che di lì a poco le cose sarebbero cambiate all’esito del voto: “fino alla fine di settembre, dai”». Zoccola sapeva di essere nell’illegalità. Più volte i poliziotti lo hanno ascoltato nelle intercettazioni mentre diceva che prima o poi li avrebbero arrestati tutti ma questa ipotesi non è mai stata per lui un deterrente. Neanche quando usava azioni violente per convincere le persone a ritrattare le cose dette. Come nel caso di alcuni dipendenti di una delle coop.
 

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