Il sistema sanitario nazionale e la sfida del "privato"

Nino Cartabellotta
di Marco Barbieri
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Venerdì 8 Giugno 2018, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 19:48
Non sarà il primo punto dell'agenda del nuovo Governo Conte, ma la vigilanza sui fondi sanitari integrativi è ogni anno più urgente. La presentazione del terzo Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale è stata l'occasione per ribadirlo. La Fondazione bolognese guidata da Nino Cartabellotta è nata cinque anni fa con un obiettivo esplicito: "Salviamo il Ssn". Da 2013 ad oggi molte voci si sono levate per discutere del nuovo assetto del servizio sanitario nazionale (che quest'anno compie 40 anni, istituito con legge 33/1978). Sia per immaginarne l'implosione, sia per augurarsi la più piena integrazione con il "privato". Negli ultimi tre anni l'esplosione del welfare aziendale e l'aumento della deducibilità per le adesioni ai fondi sanitari integrativi ha - secondo alcuni - avviato la fase finale. Accentuando una diseguaglianza: il welfare integrativo aziendale aumenta le tutele per i lavoratori dipendenti, utilizzando la leva fiscale, cioè attingendo al sistema universale della tassazione. Tutti pagano per pochi? Pochi pochi non sono, se si stima che 10,6 milioni di lavoratori dipendenti sono ormai sotto l'ombrello dei fondi sanitari integrativi, che intermediano oltre 2 miliardi di spesa sanitaria. Poco se paragonato ai numeri della spesa complessiva sostenuta per la salute: il Rapporto Gimbe parla di 157,6 miliardi nel 2016. Poco più di 112 miliardi tramite il Ssn, gli altri 45 sono le spese "private", di queste solo 5 miliardi o poco più sono interediate da fondi o assicurazioni. C'è una sfida che riguarda tutto il Paese: l'allungamento della vita e la necessità di immaginare un servizio sanitario che diventi servizio socio-sanitario: alla spesa sanitaria tout court si dovrà aggiungere - contabilizzandola - la spesa sociale e assistenziale. E' urgente un riassetto complessivo che dovrebbe passare per una revisione dei sussidi di invalidità, delle indennità di accompagnamento, delle spese per Ltc (long term care). Si apre un orizzonte di competizione edi evoluzione culturale. Con risorse che saranno sempre più necessarie: nel 2025 Gimbe stima una necessità di 220 miliardi di spesa sanitaria complessiva: 70 miliardi in  più di quella odierna. Uno spazio enorme per i privati, per crescere e un dovere crescente del primo  pilastro pubblico per garantire tutti. 
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