Si riapre il dibattito: il virus Zika e il male minore della pillola anticoncezionale

di franca Giansoldati
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Lunedì 22 Febbraio 2016, 11:30
CITTA' DEL VATICANO Il dibattito nella Chiesa -con buona pace dei puristi, talmente inflessibili e rigidi in campo morale da essere quasi astratti dalle questioni concrete del mondo- non può che essere destinato a riaprirsi. Stavolta grazie ad una riflessione di Papa Francesco ad alta quota: sull'aereo che lo riportava a Roma, rispondendo ai giornalisti, ha introdotto la questione del “male minore” riferita all'uso degli anticoncezionali.

Verso la metà degli anni Novanta uno dei maggiori teologi viventi, il cardinale Cottier, mi aveva spiegato nel corso di una intervista (sollevando un polverone senza precedenti) che in circostanze particolari "può essere considerato legittimo" usare il condom per impedire il contagio in zone dove circola tanta droga o dove esiste molta promiscuità associata a grande miseria. Situazioni limite ovviamente, ma tanto da parlare di "male minore" per contrastare il dilagare dell'Aids, o della pillola anticoncezionale nei casi del virus Zika, a fine di impedire le gravidanze. Diversi anni dopo un gesuita, il cardinale Carlo Maria Martini, si era addentrato nuovamente in questo ginepraio teologico, mostrando spiragli all'uso degli anticoncezionali (anche qui in casi estremi). La stessa cosa aveva poi fatto Papa Ratzinger in un libro intervista.

Adesso è il turno di Francesco che rispondendo ad una domanda sul virus Zika (che provoca della gravi malformazioni al feto), dopo avere distinto il male assoluto dell'aborto (“un crimine”), dalla contraccezione, ha richiamato alla memoria la saggezza do Paolo VI “il grande” che davanti a casi limite come la guerra in Congo, aveva autorizzato alle suore a rischio violenza, l'uso della pillola. Il dibattito si è riaperto di nuovo. 
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