Rai, per il nuovo dg anche i casi di Gabanelli, Vianello e Mucciante

Milena Gabanelli
di Marco Castoro
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Venerdì 2 Giugno 2017, 18:34
Campo Dall’Orto se ne va da Viale Mazzini con l’onore delle armi. Ha rinunciato a un anno di stipendio e ad alcune indennità, in pratica lascia nelle casse dell’azienda 300mila euro. Non tutti sono capaci di simile imprese. Per quanto riguarda il suo operato ci sono pro e contro da analizzare. I pro riguardano in primis gli ascolti migliorati, a cominciare dalla prima serata di Raiuno che batte regolarmente Canale 5. Le fiction che vanno forte. Gli esperimenti positivi di Raidue e di Raitre. La crescita di Rai4. Per non parlare della piattaforma web Raiplay che dà all’azienda le basi per essere una Media Company.

Cdo è caduto sul piano news, così come accadde a Verdelli. Un percorso minato dove il cda continua a fare terreno bruciato. Gli errori commessi sono stati anche quelli di assumere troppi esterni a tempo indeterminato, con alcuni casi finiti nel mirino dell’Anac. Di non aver saputo coltivarsi un buon rapporto con i politici e di aver usato il pugno di ferro solo nei confronti di Paola Perego, mentre altri l’hanno fatta franca. Inoltre non ha ricollocato i direttori rimossi che ormai da mesi aspettano un incarico, come Andrea Vianello e Flavio Mucciante. Ciò ha fatto crescere la platea degli scontenti che si sono trasformati in avversari assetati di vendetta.

Per quanto riguarda il tetto sugli artisti l’ex dg ha lavorato a un piano con tre ipotesi, ma il cda ha chiesto tempo per studiarlo, cosa che non ha fatto sul piano news affossando perfino il web e Milena Gabanelli.

Ora chiunque sarà il nuovo dg - Del Brocco o Claudio, Cappon o Rizzo Nervo, Leone o Flussi, Orfeo o Di Bella – dovrà pensare non solo a news, artisti e palinsesti, ma anche alla ricollocazione di Gabanelli, Vianello e Mucciante, tre direttori che non possono (e non meritano) di restare appesi al filo della speranza.    
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