Cdo è caduto sul piano news, così come accadde a Verdelli. Un percorso minato dove il cda continua a fare terreno bruciato. Gli errori commessi sono stati anche quelli di assumere troppi esterni a tempo indeterminato, con alcuni casi finiti nel mirino dell’Anac. Di non aver saputo coltivarsi un buon rapporto con i politici e di aver usato il pugno di ferro solo nei confronti di Paola Perego, mentre altri l’hanno fatta franca. Inoltre non ha ricollocato i direttori rimossi che ormai da mesi aspettano un incarico, come Andrea Vianello e Flavio Mucciante. Ciò ha fatto crescere la platea degli scontenti che si sono trasformati in avversari assetati di vendetta.
Per quanto riguarda il tetto sugli artisti l’ex dg ha lavorato a un piano con tre ipotesi, ma il cda ha chiesto tempo per studiarlo, cosa che non ha fatto sul piano news affossando perfino il web e Milena Gabanelli.
Ora chiunque sarà il nuovo dg - Del Brocco o Claudio, Cappon o Rizzo Nervo, Leone o Flussi, Orfeo o Di Bella – dovrà pensare non solo a news, artisti e palinsesti, ma anche alla ricollocazione di Gabanelli, Vianello e Mucciante, tre direttori che non possono (e non meritano) di restare appesi al filo della speranza.
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