Radio e Tv, non c'è Paragone

Gianluigi Paragone
di Marco Castoro
2 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Giugno 2017, 13:50
Dopo l'Arena di Massimo Giletti anche la Gabbia Open di Gianluigi Paragone chiude. La trasmissioni che tanto piacciono ai grillini scompaiono dai palinsesti del prossimo autunno. Sarà una coincidenza ma i temi populisti in tv, come vitalizi, migranti e sicurezza piacciono sempre di meno ai vertici dei broadcaster. Anche a Mediaset non è ancora chiara la situazione di Maurizio Belpietro e del suo programma per il prossimo autunno. L'unico Highlander tra i popolisti della tv rischia di rimanere Paolo Del Debbio con Quinta colonna.

A Paragone nei mesi scorsi hanno chiuso pure la popolare trasmissione radiofonica La Giungla di Radio 105. Il conduttore è in attesa di sapere se La7 ha in mente di utilizzarlo in qualche altro programma oppure se lo lascerà fuori dai giochi. 

La Gabbia Open è reduce da una stagione non esaltante. Lo share è oscillato tra il 2,5 e il 3,5%. Che comunque, seppure non elevato, è pur sempre il terzo risultato settimanale delle prime serate di La7. Solo Floris e Formigli fanno meglio. Il talent Eccezionale Veramente (che non è stato confermato nei prossimi palinsesti) con Diego Abatantuomo ha fatto ascolti dell'1%, pur costando molto di più della Gabbia. Il talk di Paragone ha costi davvero bassi per una prima serata: 90mila euro a puntata per tre ore e mezza di messa in onda. La decisione di chiudere La Gabbia è stata presa dal neo direttore, Andrea Salerno, ex Raitre, stimato e apprezzato dai renziani. Del resto - soprattutto in questo avvio di mandato - il neo responsabile ha carta bianca.

Tuttavia un dubbio resta: se Urbano Cairo fosse stato più presente ai vertici dell'emittente difficilmente la Gabbia avrebbe chiuso i battenti. Il patron ha sempre apprezzato Paragone e le trasmissioni dal pensiero libero. Soprattutto se i costi sono economici.   
© RIPRODUZIONE RISERVATA