Quando la tv si tinge di giallo gli ascolti sono sempre alti

Pietro Orlandi
di Marco Castoro
2 Minuti di Lettura
Domenica 14 Gennaio 2018, 14:38
Il giallo appassiona gli italiani. Da sempre. I libri del genere sono tra i più venduti, così come gli scrittori tra i più conosciuti. Ma i misteri vanno forte anche in tv. Tutte le trasmissioni che si occupano di persone scomparse, di casi di cronaca nera hanno ottimi ascolti. Perfino i telefilm sono tra i più visti (pensate che a mezzogiorno ogni mattina gli episodi della Signora in Giallo, tutte repliche, vengono rivisti da un milione di persone). Registrano ottimi ascolti Storie Italiane al mattino, Pomeriggio 5 e la Vita in diretta qualche ora dopo, Chi l'ha visto al mercoledì fa il 10% in prima serata su Raitre (uno dei migliori share della terza rete), Quarto Grado al venerdì su Retequattro e ora anche la domenica, Amore Criminale, Storie Maledette. E tutti gli altri.

Ma più che gli omicidi ad attrarre i telespettatori sono i casi delle persone scomparse. I misteri, il giallo delle ultime ore prima della sparizione, i motivi, le cause. Ebbene nessun mistero è ancora vivo e appassionante come quello della scomparsa di Emanuela Orlandi che compie (o avrebbe compiuto) 50 anni proprio in queste ore. La famiglia continua a sperarci, la mamma ha scritto un'accorata lettera, il fratello stasera racconta il mistero in uno speciale del programma Scomparsi su Crime Investigation, il canale al tasto 118 del telecomando Sky. Pietro Orlandi ripercorre tutta la vicenda, aggiornata agli ultimi sviluppi, a partire da quel drammatico 22 giugno del 1983, l'ultimo giorno in cui vide sua sorella Emanuela. Una ricostruzione faticosa perché la misteriosa sparizione non ha lasciato né tracce né indizi.

Un altro appuntamento molto atteso è fissato per martedì prossimo su Retequattro. All'interno di Il Terzo Indizio, condotto da Barbara De Rossi, va in onda in prima serata la docu-fiction sulla scomparsa e il ritrovamento in un pozzo di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana la cui sorte ha ferito profondamente gli italiani. Si tratta della più grande produzione Mediaset nel campo delle docu-fiction giornalistiche: due settimane di riprese con telecamere Hd, droni e camere subacquee, otto attori protagonisti, più di cinquanta comparse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA