Renzi, il Pd e la rivoluzione con il «lanciafiamme»

di Marco Conti
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Giovedì 9 Giugno 2016, 15:08
«Dopo i ballottaggi entrerò nel partito con il lanciafiamme». Matteo Renzi continua a sostenere che le elezioni amministrative non avranno alcun effetto sul governo. Nel frattempo però certifica che lo avranno sul partito. Il Pd non è in salute, non diversamente va negli altri partiti divenuti ormai comitati elettorali per il leader.

Decenni di "porcellum" e di parlamentari nominati, hanno svuotato sezioni e ridotto il numero degli iscritti nel Pd, come in Forza Italia e nella stessa Lega. Al loro posto non i ras del consenso della prima Repubblica, ma i comitati d'affari che là dove ci sono potere e soldi, si attaccano come l'edera.

Per cambiare tutto ciò occorre una ventata di aria nuova destinata a scontentare anche molti di coloro che ora plaudono alla promessa di Renzi. La rivoluzione, promessa dal segretario del Pd, avverrà dopo i ballottaggi ma prima del referendum costituzionale che rappresenta per il premier l'appuntamento clou della sua stagione politica. La portata dell'intervento dipenderà anche dell'opposizione interna che si lamenta per essere trattata peggio di Berlusconi e Verdini, ma che critica ogni mossa del segretario del Pd molto più di Berlusconi e Verdini. Forse anche degli stessi grillini.

Mentre i candidati sindaco del Pd fanno il porta a porta nelle rispettive città, Renzi continua nella sua campagna elettorale di supporto che oggi lo ha portato dai commercianti e domani dai giovani industriali. Se poi servirà fare qualche comizio con Sala o Giachetti, si può sempre rivedere l'agenda.
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