Nella Lega Maroni alza la voce ma a dargli ragione è solo Forza Italia

di Marco Conti
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Lunedì 19 Marzo 2018, 16:25
ROMA Solo sei anni fa erano tutti “barbari sognanti”. Insieme, Roberto Maroni, Flavio Tosi e Matteo Salvini, diedero la scalata alla Lega di Umberto Bossi. Allora il fondatore del Carroccio aveva più di un problema. Tra diamanti e presunte lauree false, servì imbracciare la ramazza per ridare un po’ di fiducia a elettori e militanti. Insieme i tre si sono presi prima la regione Lombardia, la Lega Veneta e la Lega Lombarda. Ma Salvini ha poi bruciato tutti scalando la segreteria federale e facendo fuori uno ad uno, prima i restanti bossiani, poi Tosi e, con le liste delle ultime elezioni, i maroniani. 

Ora all’ex ministro dell’Interno non restano che le punzecchiature e i distinguo. O forse un futuro da leader di una Forza Italia in versione “partito unico”, come vorrebbe Giovanni Toti, ma contro la leadership di Salvini e una Lega sovranista e meno attenta ai problemi del Nord. D’altra parte l’altolà di Bobo ad un possibile accordo Lega-M5S, è stato ignorato da Salvi pin e dai suoi compagni di partito, mentre non sono mancati gli apprezzamenti di Forza Italia.

 
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