Negazionisti del virus, serve l'obbligo di mascherina

di Paolo Graldi
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Maggio 2021, 11:07

Un consiglio è troppo poco. Un suggerimento non basta. Una raccomandazione va interpretata. Un'evidenza è questione di gusti. Insomma, le buone parole, i convincimenti che ci vengono dalla scienza, gli appelli al buon senso, tutto questo bagaglio di buona creanza, quando si tratta dell'uso corretto delle mascherine, delle distanze di sicurezza, degli assembramenti pericolosi diviene evanescente. Andate a Ponte Milvio, movida center, a vedere per credere. Tutto si dissolve nell'aria fresca di primavera, il diniego prende le strade più stravaganti. Ogni giorno lievita la dimensione della trasgressione: accettare la regola di difendersi dall'assalto del virus filtrando il respiro da naso e bocca equivale ad una coercizione insopportabile.

L'obiettivo dei negazionisti della mascherina è tanto semplice quanto idiota: eludere, trasgredire, fregarsene, disobbedire.

Con quel sottile, infantile e miserando piacere del contrastare, perché dire di no è bello, distingue, esalta. A più di un anno dall'inizio della pandemia che ci è costata 120mila morti, gli abitanti di una città come Bergamo (esempio non casuale) ci ritroviamo a commentare sdegnati e impauriti il festone a Milano per lo scudetto dell'Inter con gli esperti che ci avvertono dei rischi e dei danni che misureremo tra due settimane. Allora però sorge spontanea una domanda: se i suggerimenti e le raccomandazioni non bastano, anzi sono ignorati, che cosa aspetta il governo a emanare ordini di sapore militare per dire che se una cosa è vietata, allora non si può fare. E chi sbaglia paga, e paga cash. Punto. Anzi, punto e basta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA