A Trastevere la soluzione deve essere la legalità

di Paolo Graldi
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Giovedì 3 Novembre 2022, 00:12

Trastevere piange. Trastevere soffre. Trastevere si ribella e s’indigna. Il rione di Gioacchino Belli e di Trilussa è sotto attacco. Nelle notti della movida scomposta e invasiva, si verificano con impressionante puntualità fatti di cronaca nera. Queste strade e queste piazze, calamita irresistibile per il turismo curioso, festoso e affamato, in quasi tutte le notti, si trasformano d’improvviso, anzi con calcolata puntualità, in palcoscenici di violenza. Violenza di strada che è fatta di risse, accoltellamenti, aggressioni tra gruppi che si fronteggiano con il coraggio spavaldo sostenuto dall’alcol.

Baby gang? Forse. Serve comunque andare oltre, le definizioni di comodo non servono. Il punto è che una intera zona della città si trasforma in uno scenario permanente di illegalità a cielo aperto e dove l’intimidazione di pochi, che poi pochi non sono, mette il bavaglio a chi quegli scorci della vecchia Roma vuole goderseli per quello che sono: angoli di quiete che le pennellate degli acquarelli di Ettore Roesler Franz hanno immortalato.

Gli abitanti stanno alzando la voce: protestano e lamentano l’assenza quasi totale di presidi di sicurezza, assenza che sembra quasi legittimare gli eccessi. Serve dunque, anche qui, e senza nuove leggi ad hoc, un forte richiamo alla legalità dei comportamenti, una deterrenza capace di sconsigliare gli azzardi temerari. Così il grande Trilussa si quieterà osservando che la piazza a lui dedicata non è più un bivacco con rissa garantita. 


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