Il degrado a Termini va rimosso con umanità

di Paolo Graldi
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Giovedì 5 Gennaio 2023, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 08:27

I bivacchi di senzatetto tutt’intorno alla stazione Termini. Come sempre accade, pur non essendoci alcuna relazione con la realtà quotidiana di quello spaccato di città, l’assalto all’arma bianca contro una giovane turista israeliana da parte di uno squilibrato d’origine polacca, ha riacceso i riflettori dell’interesse ed anche, inevitabile, le polemiche. Il tema che riguarda questo aspetto delicato del degrado urbano torna all’ordine del giorno delle urgenze da parte delle istituzioni: ordine pubblico e assistenza ai bisognosi.

Che fare? Il dato: un gruppo consistente di girovaghi, da tempo immemorabile, trova riparo a cielo aperto davanti alla stazione e a Via Marsala e via Giolitti, un assedio di persone che trascorrono giorno e notte riparandosi con stracci, cartoni e alcoolici. Insomma, un bivacco permanente. Enti caritatevoli come la Caritas o gli Angeli della notte provvedono al sostentamento, sempre.

Ma è il degrado che va rimosso utilizzando il massimo di umanità ma anche il buon senso comune che esclude di accettare una condotta di auto emarginazione che supera l’indigenza e sconfina nell’indecenza.

Rassegnazione, sconfitte, perdite di affetti e di lavoro sono gli elementi che nutrono questo stato di abbandono a sé stessi: è indispensabile trovare la forza e la determinazione capaci di sollevare dal marciapiede questa umanità dolente e magari anche umiliata. Termini è il punto in cui il mondo si affaccia a Roma: vedere gente stramazzata che bivacca è un segno di incapacità nell’arte che dovrebbe vederci come i migliori. L’arte della mano tesa.


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