Il doppio sciopero sulla pelle dei romani

di Paolo Graldi
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Venerdì 18 Gennaio 2019, 10:01
Se c'è una cosa alla quale i romani (e i turisti) non riusciranno ad abituarsi mai, si chiama Sciopero dei Bus. Che poi è anche sciopero della metro e degli altri trasporti pubblici. I sindacati hanno conquistato un primato: il Doppio Sciopero, uno proclamato e un altro latente (ma permanente) che paralizza, maltratta la mobilità della Capitale, prende a schiaffi l'utenza, rende impossibile qualsiasi programmazione degli spostamenti. È lo sciopero vagamente selvaggio, composto da una micidiale mistura di cause, quasi tutte giocate su tradizioni aziendali che si nutrono di scompensi organizzativi cronici, mancato ammodernamento del parco auto, manutenzione carente, un documentato assenteismo, oppure da brevi, improvvise e improvvisate astensioni dal lavoro di comparti anche marginali.

Allo sciopero proclamato che mette in ginocchio la mobilità ma non centra l'obiettivo dichiarato di cambiare le cose, si somma l'astensione non dichiarata che si presenta come una polvere sottile ma che alla lunga diviene nube tossica. Ammaccata, in eterno conflitto con il Campidoglio, colpita in ogni sua articolazione (specie sul fronte della sicurezza dei passeggeri), l'Atac soffre di malanni incurabili che si scaricano sull'utenza. I romani, uscendo di casa, si pongono la drammatica domanda: quando passerà se passerà il mezzo che mi porta al lavoro? Ah, saperlo. Comunque, provate a chiederlo allo sciopero dichiarato e a quello latente, forse ne sapranno qualcosa.
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