Quei centauri fuori controllo sulle strade della Capitale

di Paolo Graldi
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 00:04

Si muove, anzi guizza, tra noi un utente della strada altamente pericoloso per sé e per gli altri. Il suo pane si chiama velocità, azzardo, rischio. E’ un rodomonte temerario che crede di essere investito dal dono del brivido. Lo chiameremo il Centauro Matto. Non raccoglie consensi, anzi solo critiche e improperi e tuttavia scorrazza per strade grandi e piccole come gli pare. Incontrastato.

Possiede una moto di grossa cilindrata, una super bike, assetto complessivo da corsa così come la mentalità e i comportamenti nel traffico del titolare. Quest’uomo ha, da sempre, un’altissima opinione delle proprie qualità di pilota. Si sente un Valentino Rossi o, aggiornandosi, un Pecco Bagnaia. Cioè un campione, un campione del mondo. Il suo ego ipertrofico si traduce in una grave deformazione della realtà: per esempio, scambia Corso Francia per il rettilineo di arrivo del circuito del Mugello o delle anse a gomito di Misano Adriatico.

Lui è talmente, intimamente convinto, che il connubio moto da corsa-Centauro Pazzo lo autorizzi a qualsiasi stralcio del codice tanto da utilizzare le strade come fossero vie del cielo. Vuole stupire rumoreggiando col gas a martello. I rischi, ci dicono le cronache, sono spesso mortali.
Il Centauro Matto è vittima di una patologia che nutre insieme la sua sfida e la tragica statistica, quotidiana, degli incidenti mortali.

Qualcuno gli dica che le vie di Roma non sono Silverstone: deve darsi una calmata. Seconda soluzione: mandarlo a piedi. Un Daspo per Centauro matto.


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