Per Roma l’anno che verrà che anno sarà? Che cosa chiede la Capitale, che cosa si aspetta dalle Amministrazioni (centrale e comunale), che cosa le è dovuto per il suo rango? Si aspetta, ragionevolmente con i tempi che corrono, un cambio urgente di marcia sulla soluzione di questioni gigantesche e insieme annose: traffico (trasporti inclusi), rifiuti, decoro, sanità. Sono tutti temi, dolori quotidiani si dovrebbe dire, che si trascinano da una legislatura all’altra, penosamente, pietosamente: si nutrono delle promesse di soluzione definitiva durante la vendemmia elettorale per poi evaporare nella discarica delle promesse non mantenute, rinviate, lasciare marcire.
Sui rifiuti che grondano dai cassonetti siamo al paradosso: l’Ama che dovrebbe raccoglierli e smaltirli (sarebbe urgente trattarli in un termovalorizzatore) chiede all’utenza che paga il servizio di trattenerli in casa e nel frattempo lancia bandi di ricerca di dirigenti all’altezza.
Grandi concerti inonderanno il cielo della Capitale, questo sì. La musica consola ma non basta. A ciascuno il suo, anche ai cittadini chiamati a partecipare all’impresa. Poi, per tutti, servirà uno scatto d’orgoglio, una nuova determinazione e forse un coraggio non ancora trovato. Roma è stanca di sentirsi tenuta in ginocchio. Nell’anno cambierà il suo orizzonte?
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