L’Ama ci ama. Non c’è proprio niente da dire. Si cura talmente della manutenzione delle strade da affrontare, con sommo sprezzo del pericolo, la pulitura del guano sui Lungotevere. In particolare quelle nei pressi della Sinagoga e poi Lungotevere dei Mellini o de’ Cenci. Nuvole nere danzano nel cielo, sono miriadi di uccelli di passo, pronti al gran balzo verso il caldo.
Qui trovano rifugio, protetti da alberi d’altissimo fusto. E qui che il passaggio lascia sulle strade larghi segni, spugnosi, un manto nerastro, viscido, altamente corrosivo. E, come ogni anno, (si potrebbe dire di routine o di default) scatta l’azione di pulitura con gli idranti, attrezzi quasi fatti apposta. Insomma, per l’agenzia municipalizzata delle pulizie di Roma, niente di più di una incombenza di stagione. Per noi ma non per l’Ama.
Come se l’Inps ogni mese annunciasse via Ansa: «Le pensioni sono state erogate». O come se al panificio del quartiere esponessero ogni mattina un manifesto: «Oggi pane». Il fatto è che l’Ama va capita: cerca simpatia, accoglienza, riconoscimenti da parte di una città dove il tema dei rifiuti è un calvario permanente. Si spaccia l’ordinario come straordinario e il dovuto per donato, la norma come se fosse l’evento. È proprio vero, talvolta: la comunicazione ti fa venire in mente il guano.