I controllori non controllati e la mala pianta della corruzione

di Paolo Graldi
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Sabato 7 Settembre 2019, 07:48
La malapianta che genera corruzione è sempre verde: pubblici ufficiali che rastrellano mazzette in cambio di multe cestinate, controllori che si danno malati, vigili che razziano bustarelle dai ristoratori pizzicati a svicolare dai regolamenti: all'Atac, all'Ama, al comando della Polizia della Capitale, si discute con preoccupazione dei casi alla ribalta della cronaca e della Procura. Casi isolati o sintomi di una malattia che si riaffaccia e dilaga diventando epidemica?

Quel controllore, 38 anni, che invitava i turisti a saldare brevi manu con cinquanta euro la sanzione prevista, il doppio, per non aver pagato il biglietto ha costretto l'Azienda, che pure vanta una stretta nelle verifiche di questa piaga endemiche, a controlli sui controllori. E a inventarsi perfino una specie di agente provocatore-infiltrato che sotto le mentite spoglie del normale viaggiatore si predispone a individuare i colpevoli.

Con i controllori sfaticati e furbetti si batte l'Ama, l'azienda dei rifiuti che i romani seppellirebbero insieme all'immondizia: parecchi addetti a questo servizio si danno malati, invocano permessi di ogni tipo e comunque, se sono in attività, non verificano e multano gli incivili zozzoni (copyright del sindaco Raggi) che trattano i contenitori dei rifiuti come palle da baseball. Li lanciano per strada. Dicono: abbiamo paura. Per loro previste sanzioni disciplinari e rafforzamento degli organici. Torna in mente Corrado Alvaro: «La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile». Visto, letto e sottoscritto.
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