I piccoli (e grandi) cambiamenti per la nostra vita

di Paolo Graldi
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Domenica 3 Aprile 2022, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 00:10

Economia di guerra in arrivo. Sì, forse, chissà.
Sì: lo dicono i catastrofisti, gli instancabili della geopolitica muscolare, oggi nutrita di missili e bombe al fosforo bianco; sostengono che ci siamo già dentro, anche se non ne siamo ancora pienamente consapevoli. I tempi bui sono in arrivo, insistono, prepariamoci all’urto.
Si tratterà, anzi si tratta, di stringere la cinghia, di cambiare stile di vita, di reinventare un’economia domestica ispirata al risparmio, al rigore, alla parsimonia. Non vanno presi alla lettera gli agitatori delle tempeste alle viste. Anzi. 


E però forse serve ricorrere alla freddezza delle analisi che si aggiornano nel divenire dei fatti, con visione davvero indipendente, per mettere a fuoco e valutarne le conseguenze, di alcune “dipendenze” strutturali. Il gas, il petrolio, due esempi su tutto. 
Se la controversia con la Russia sulle forniture sfocerà prima o poi, ma prima che poi, in una stretta sulle forniture, o addirittura in uno strappo con relativa chiusura dei rubinetti, aspra replica putiana alle sanzioni europee, è chiaro che il rimbalzo sulla vita quotidiana si farà duro e improvviso.
Il governo, sul punto, rassicura e nello stesso tempo mette in guardia: niente di preoccupante per il momento, se ci saranno novità il Paese sarà avvertito. Via tv, alle venti di sera.

Ma, si sa. Questo genere di cambi di rotta ha copioni già scritti: sono improvvisi e senza possibilità di replica. 


Ce lo ha insegnato il Covid e l’ordine di chiudersi in casa per lasciare fuori dalla porta il virus. Allo stesso modo ci potrebbe venire richiesto di cambiare radicalmente abitudini: doccia a singhiozzo con risparmio d’acqua calda, lavatura denti con il risciacquo rapido con un solo bicchiere d’acqua e via ampliando la sfera delle comodità da ridimensionare. 


Ai bambini si dirà di spegnere tutte le luci non indispensabili e anche i passaggi dal benzinaio suggeriranno risparmi sui tragitti e gli orari più convenienti. Insomma, i tempi di guerra suggeriscono di non abbandonarsi ad inutili affanni ma neanche di far finta che non stia accadendo nulla che ci riguardi. 
Se è vero, come dicono gli esperti, che nel mondo sta cambiando tutto, allora forse è vero che anche nel nostro piccolo, gioioso, comodo, felpato egoismo quotidiano ci sono variazioni da applicare senza piagnistei. Si torna ai racconti dei nonni, alla miseria infinita del dopoguerra? Certo che no. 
E’ pur vero che, nella storia dell’uomo, chi ha fatto tesoro dell’esperienza ha minimizzato gli errori. Perché come si vede oggi in Ucraina la guerra è sempre la stessa. Anzi sa essere sempre peggiore di sé.

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