L'occasione mancata per ripulire i marciapiedi

L'occasione mancata per ripulire i marciapiedi
di Paolo Graldi
1 Minuto di Lettura
Giovedì 19 Marzo 2020, 14:40
Roma deserta, se si eccettuano i furbetti dell'autocertificazione, Roma sporca, Roma lasciata annegare nella indifferenza di chi ha l'obbligo di tenerla pulita. In questa disgraziata condizione che ci mette un po' tutti agli arresti domiciliari volontari, quindi con scenari cittadini risucchiati nel vuoto pneumatico della guerra al virus, un qualsiasi amministratore avrebbe convocato i vertici della Azienda istituita per la raccolta dei rifiuti e la cura del decoro della città, e avrebbe imposto, col carattere d'urgenza, un piano per ripulire le strade, praticamente deserte, o almeno i marciapiedi.

Per niente. La sindaca Raggi probabilmente sa, o farebbe presto a vedere, quanta sporcizia si espande per i passaggi dei pedoni ma non dispone della forza di lanciare una campagna capace di cogliere questa formidabile occasione, una delle poche positive in questa malaugurata stagione, per una ramazzata decisa e imponente.

Una sanificazione generale, igienicamente salvifica. Per niente. L'Ama si muove nell'ordinaria amministrazione, cioè pochissimo e la spazzatura ristagna nei cassonetti. Neppure le cartacce e i cumuli di foglie secche vengono rimossi.
In compenso, con risoluto atto di imperio, la sindaca lascia intatta l'esosissima e iniqua tassa della Tari o dei rifiuti, al contrario di quel che hanno deliberato numerosi sindaci del Lazio. Città sporca, balzello intatto. Questo si muove a Roma insieme al Coronavirus e ai furbetti dell'autocertificazione.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA