La ricetta dei controlli per i malati immaginari

di Paolo Graldi
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Domenica 12 Giugno 2022, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 00:33

A parlar male dell’Ama, di questi tempi, come del resto nel passato, si fa presto. Basta guardarsi intorno: rifiuti ovunque. E’ sufficiente imbattersi in una schiera di cassonetti: la spazzatura ristagna, s’ammucchia tutt’intorno, non rimossa per giorni. Ma, adesso, all’ente che dovrebbe tenere la città pulita hanno escogitato un metodo antico e sempre efficace: i controlli. La nuova dirigenza, intenzionata a rimuovere immondizia e vecchi metodi, ha imposto controlli su un nutrito gruppo di dipendenti impiegati, circa 1500, considerati inidonei al lavoro esterno. 

Magicamente, si è scoperto che le patologie afflittive, tipo “uso esclusivo del braccio destro”, “impossibilità a spostare pesi oltre i dieci chili” e via simulando, erano sparite, guarite, diventate inesistenti.

Un farmaco formidabile, la paura di sanzioni, ha rimesso in moto e riportato alla completa disponibilità lavorativa duecento addetti, fino ad allora inabilitati a qualsiasi mansione esterna, mentre adesso controlleranno l’attività di svuotamento dei cassonetti. 

Questa della inidoneità a certi lavori è una vecchia storia. S’avvale, va detto, della compiacenza di medici che certificano malanni inesistenti. Alla faccia della maggioranza dei dipendenti che fa il proprio lavoro con onore, sacrificio e fatica. C’è da credere che il “farmaco della paura” dopo il successo dei primi test sarà somministrato a dosi massicce. Allora, vedrete, si aprirà il tema di troppa gente al lavoro. Cose mai viste a Roma.

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