Pugno d’acciaio in guanto di velluto. Tradotto: modi cortesi e massima inflessibilità. Se necessario anche con il codice penale alla mano. E’ questa la terapia d’urto per contenere, anzi, troncare sul nascere prima che diventi fenomeno, l’idea che per protestare sia producente riunirsi in cinque o sei, distendere uno striscione inzuppato di slogan e bloccare il traffico del Grande Raccordo Anulare. Lo stop improvviso al traffico è fonte di disagi acutissimi e di danni anche economici rilevanti. La bella trovata, ripetuta nei giorni passati a Labaro e a Settebagni, è di un gruppo di attivisti di “Extinction Rebellion”, come dire “Ribellione all’estinzione”.
Attuano, seduti in mezzo alla strada, una campagna ad oltranza, divenuta ormai virale sui social: automobilisti inviperiti hanno ripreso la protesta della squadretta in gilet giallo con la loro flemma “tiraschiaffi”, gli inviti a sgombrare delle forze dell’ordine sempre più pressanti e poi perentori ordini di avviarsi verso la questura.
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