Assedio al Gra, un’offesa alle regole e ai romani

di Paolo Graldi
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Mercoledì 22 Giugno 2022, 00:08

Pugno d’acciaio in guanto di velluto. Tradotto: modi cortesi e massima inflessibilità. Se necessario anche con il codice penale alla mano. E’ questa la terapia d’urto per contenere, anzi, troncare sul nascere prima che diventi fenomeno, l’idea che per protestare sia producente riunirsi in cinque o sei, distendere uno striscione inzuppato di slogan e bloccare il traffico del Grande Raccordo Anulare. Lo stop improvviso al traffico è fonte di disagi acutissimi e di danni anche economici rilevanti. La bella trovata, ripetuta nei giorni passati a Labaro e a Settebagni, è di un gruppo di attivisti di “Extinction Rebellion”, come dire “Ribellione all’estinzione”.

Attuano, seduti in mezzo alla strada, una campagna ad oltranza, divenuta ormai virale sui social: automobilisti inviperiti hanno ripreso la protesta della squadretta in gilet giallo con la loro flemma “tiraschiaffi”, gli inviti a sgombrare delle forze dell’ordine sempre più pressanti e poi perentori ordini di avviarsi verso la questura.

Chi è finito in quegli imbuti improvvisati, autentici infarti alla viabilità, testimonia di un affronto alle più elementari regole dell’ordine pubblico. Ritardi negli appuntamenti all’interno di una giostra mattutina che somiglia a una roulette russa: parto e chissà quando arriverò. Ecco la protesta va bene perché protetta ma nel rispetto delle regole. Sarà bene ricordare che il “blocco stradale” è un reato grave: non si radichi in nessuno l’idea, molto contagiosa, che lo si può praticare impunemente. Dunque: stop agli stop.

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