Quel rifiuto dei sanitari uno smacco per tanti “eroi”

Quel rifiuto dei sanitari uno smacco per tanti “eroi”
di Paolo Graldi
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 07:28

Maledetto Covid-19 con le sue mille facce sguscianti, evanescenti e cariche di scoperte. Durante la prima ondata, in primavera, scossi, increduli e impreparati abbiamo scoperto gli eroi contro la misteriosa pandemia. Operatori sanitari all’assalto del virus, spesso senza scudi, privi di difese se non quelle del coraggio che ti infonde la missione del soccorso verso chi soffre e sente la propria vita farsi nuvola nera. Li abbiamo dapprima scoperti, poi ammirati, amati, ci hanno riempito di autentica riconoscenza. Un esempio di altruismo estremo. Eroico, appunto. Un pezzo di orgoglio patriottico da consacrare, da tenere a mente sull’altare delle virtù nazionali. Virtù che adesso, da qualche parte, e magari e per fortuna solo per pochi casi, sembra dissolversi. Ecco il fatto. La Regione Lazio, attraverso le Asl della Capitale, ha messo al bando 45 posti per medici e infermieri.

Professionisti disposti a bardarsi di scafandri anti-virus e di schierarsi al fronte difficile, temuto e controverso della raccolta dei tamponi. 


Una chiamata a raccolta urgente, per fronteggiare le scandalose, interminabili file che serpeggiano da giorni intorno ai centri, i Drive In e davanti alle scuole, dove si effettuano i test. Se ne sono presentati la metà, solo venticinque tra i prescelti hanno detto sì. Gli altri si sono dileguati, spariti nell’aria umida dell’autunno. Tra tanti edificanti esempi questo del concorso fallito a metà appare come un refuso, un graffio su quelle sonore parole: «Andrà tutto bene».
 

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