La controversia dei medici di famiglia (rifiutano le visite domiciliari ai pazienti positivi e ricorrono ai giudici del Tar ottenendone un discusso placet giudiziario), s’arricchisce di interessanti particolari. Infetti. È vero che il Covid ha prodotto un’esagerata richiesta di controllo sanitario a casa: persone con sintomi vari e lievi che preferiscono il medico al proprio capezzale e una diagnosi in salotto proprio per non affrontare il viaggio verso un Pronto Soccorso. Viaggio incerto quasi sempre, desolante e doloroso sempre. Alle richieste di un tampone rivelatore, provvedono le Uscar, Unità Speciale di Comunità Assistenziale Regionale, con il suo bravo, striminzito ma infaticabile personale.
Ora si scopre, proprio attraverso i risultati di una indagine dell’Uscar del Lazio, che il 35% dei tamponi domestici, per le più diverse ragioni, era inutile, una specie di triage casalingo inefficace, una scrematura dal divano.