Si sa, la salute dei ragazzi è sacra, chi mai potrà pensare male davanti ai quei certificati firmati da un pediatra arabo, mazzette di attestazioni di malattia con una peculiarità: la calligrafia del sanitario appare discontinua, diversa da un foglio all’altro, come se quelle righe impegnative fossero state vergate da mani diverse.
Di qui i sospetti, di qui l’avvio delle verifiche e delle indagini. E le perizie calligrafiche: penna del dottore o del papà infingardo? Adesso i faldoni con la documentazione sono sotto la lente della Procura della Repubblica: ipotesi di truffa. Una specialità con il vizietto della coazione a ripetere. All’Atac, infatti, sono fioccati licenziamenti anche l’estate scorsa. Malattie immaginarie coniugate con il massiccio ricorso a quel foglietto chiamato certificato che porta l’assenteismo a livelli record. Così da una parte si promettono “+ bus x Roma” e dall’altra un autista su dieci preferisce la consolle della Play Station al volante dell’autobus. D’accordo: con la fantasia si viaggia meglio e di più, specie se il cittadino romano aspetta rassegnato alla fermata.
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