Dopo aver conseguito la laurea in Medicina, si rifiuta di diventare uno psichiatra, come avrebbero desiderato i genitori, ed inizia la sua carriera cinematografica lavorando per Mario Soldati e Alberto Lattuada. La sua opera prima è un cortometraggio girato nel 1946, Barboni, sulla disoccupazione a Milano.
A questo fecero seguito altri lavori, tra cui il corto Buio in sala, girato in una Milano con ancora i segni e le macerie della guerra, storia di un viaggiatore di commercio impacciato e un po' depresso che, entrato in un cinema dove si proiettava un film western, ne esce più forte e risoluto (Risi parlò del cinema come "maestro di vita").
Il corto, che era costato duecentomila lire, fu venduto a Carlo Ponti per due milioni e il fatto contribuì a rafforzare la vocazione creativa in Risi, che si trasferì a Roma. Qui, memore della sua esperienza ospedaliera, il suo primo lavoro fu la scrittura del soggetto del film Anna (1951) di Alberto Lattuada, con Silvana Mangano.