27 marzo 1985 - Le Brigate Rosse uccidono alla Sapienza l'economista Ezio Tarantelli

Ezio Tarantelli
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Martedì 27 Marzo 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 08:21
Le Brigate Rosse uccidono all'Università di Roma dove insegnava, l'economista Ezio Tarantelli. Al termine di una lezione alla facoltà di Economia e Commercio due brigatisti agiscono con una mitraglietta contro il professore, nel parcheggio dell'ateneo. L'assassinio fu rivendicato dalla formazione delle BR per la costruzione del Partito Comunista Combattente con un documento di settanta pagine lasciato sulla sua auto, nel quale Tarantelli venne attaccato per il suo ruolo di consulente CISL nell'accordo tra governo e sindacati sul taglio degli scatti di scala mobile — il sistema di indicizzazione della crescita dei salari attuato in Italia nei primi anni ottanta.

I processi accertarono che ad uccidere il professore furono Antonino Fosso (assolto in primo grado e condannato poi all'ergastolo) ed un'altra persona tuttora senza nome; Barbara Balzerani, come capo della colonna romana della BR che diede vita alle operazioni, fu condannata a due anni di carcere per "apologia di reato". La mitraglietta Skorpion che venne usata per l'omicidio fu poi rinvenuta, nel 1988, in un covo delle Brigate Rosse, in via Dogali a Milano.

Gli esami balistici svelarono che con quella stessa arma si agì anche contro l'ex sindaco di Firenze Lando Conti, nel 1986, e contro il senatore democristiano Roberto Ruffilli, ucciso a Forlì nel 1988; inoltre, contro i due giovani militanti missini Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, assassinati il 7 gennaio 1978 nella cosiddetta Strage di Acca Larentia.
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