11 maggio 1964 Chiuso il processo per il business delle banane somale

11 maggio 1964 Chiuso il processo per il business delle banane somale
di Enrico Gregori
1 Minuto di Lettura
Giovedì 7 Maggio 2015, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 00:06
A Roma, il processo per l’affare banane si conclude con diverse assoluzioni ed alcune condanne, le maggiori delle quali comminate a Franco Bartoli Avveduti (3 anni) ed Alessandro Lenzi (1 anno), per turbativa d’asta e falso.

L'Azienda monopolio banane era stata creata dal fascismo perché in Italia si potessero vendere solo banane della Somalia. Come altre imprese pubbliche del regime, fu ereditata dalla Dc. L'azienda aggiudicava concessioni per vendere banane in condizioni di monopolio nelle varie zone d'Italia, il che consentiva ai grossisti (oltre che agli armatori che facevano pagare noli maggiorati) guadagni elevati. Le concessioni venivano assegnate mediante asta pubblica: l'azienda fissava in gran segreto un minimo e un massimo tra i quali occorreva «indovinare» l'offerta, perché se vi era più di un concorrente, la concessione veniva assegnata al maggior offerente. Consulente dell'Assbanane (l'associazione dei grossisti) è il dc Egardo Castelli, già sottosegretario alle Finanze.

Per l'asta del 1963 il ministro Trabucchi decise di alzare i canoni a vantaggio dell'erario. I grossisti aderenti all'Assbanane si riunirono il 13 febbraio per concordare una strategia comune per l'asta fissata per il 25 marzo. Come risulta da una minuta di verbale, i grossisti decisero di versare una cifra (forse 50 milioni in tutto; forse 10 milioni per ciascuno dei vincitori) per conoscere le cifre minime e massime.