Superbonus, a Roma maxi truffa da 12 milioni: lavori fantasma di narcos e boss della Magliana

Sei arresti, tra imprenditori e pregiudicati: coinvolto un commercialista dell'Appio Latino e un ingegnere del Trionfale

Superbonus, a Roma la maxi truffa da 12 milioni: lavori fantasma di narcos e boss della Magliana
di Alessia Marani
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 08:38

Il sospetto di Guardia di Finanza e Procura è che il sistema messo su da un gruppo di pluripregiudicati, alcuni anche con addentellati nella famigerata banda della Magliana, per incamerare i vantaggi fiscali del bonus edilizio del 110% e del sismabonus, non fosse altro che l'ennesimo stratagemma per autoriciclare fiumi di denaro e investirlo in ulteriori attività illecite. Sei le persone arrestate ieri dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria della Capitale, tre delle quali ai domiciliari. Tra gli indagati anche un commercialista dell'Appio Latino, V. I., sospettato di avere dato un contributo fondamentale nell'organizzazione apponendo i visti di conformità relativi a ben 94 pratiche di richiesta di concessione dei bonus e un ingegnere del Trionfale, M. M., che ha sottoscritto 92 asseverazioni relative.
DROGA E CAPPOTTO TERMICO
Senza il loro nullaosta la E-Costruzioni srl di Antonio Cerchiari (destinatario della misura di custodia cautelare in carcere) non avrebbe mai potuto emettere fatture inerenti a lavori ritenuti fantasma per 12 milioni di euro monetizzando la cessione del credito attraverso una serie di società cartiere amiche. Cerchiari, con precedenti per armi e reati contro il patrimonio, già condannato per stupefacenti, è il cognato di Francesco Zumpano, Franco, amico e tenutario del defunto boss della Magliana Franco Giuseppucci. La sua E. Costruzioni, costituita davanti a un notaio spoletino nel marzo del 2021, pur non avendo dipendenti in appena un mese, tra maggio e giugno 2021, emette fatture nei confronti di 94 persone fisiche per oltre 10 milioni, e nel successivo mese di novembre ulteriori 34 per circa 2,5 milioni. Dei presunti committenti dei lavori, 30 non risultano nemmeno possessori di immobili, due sono deceduti anni prima. In più di cappotti termici e adeguamenti sismici il 65enne romano non sembra proprio avere alcuna competenza.

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In carcere è finito anche il 49enne Danilo Marafini, amministratore e socio unico della Costruire Eco srl, una delle ditte beneficiarie dei lavori di E.

Costruzioni da cui scaturiscono gli inesistenti crediti fiscali. Il gip di lui ricorda che è gravato da «non modesti» precedenti di polizia per reati in materia di stupefacenti con arresti anche per evasione e armi. E che in seguito a una condanna a oltre dieci anni di reclusione era affidato in prova ai servizi sociali. Renato Neri, originario di Otricoli (Terni), infine, in proprio e attraverso società a lui riferibili, sarebbe stato il destinatario finale del provento illecito nonché istigatore della condotta. Parte del guadagno ottenuto sarebbe finito persino nelle casse della Valona Im-Ex Ltd con sede in Albania, in più E. Costruzioni avrebbe deciso di acquisire un ramo d'azienda del Gruppo Neri effettuando bonifici per un'azienda agricola e d'allevamento con sede all'Infernetto, guarda caso allo stesso suo indirizzo.

 

Secondo il teorema di Finanza e Procura le asseverazioni dei tecnici chiamati per legge a dare il proprio suggello alle operazioni avrebbe indotto in inganno la Enel X che ha acquisito il credito fiscale, salvo poi dopo controlli a campione cominciare a rilevare le prime anomalie: garage e rampe al posto di case, un'unica data di inizio lavori, soltanto due date di fine lavori rispettivamente per 31 e 61 cantieri; mancata corrispondenza tra i dati inseriti nelle attestazioni di prestazioni energetiche (Ape) ante e e post intervento; computi metrici incongruenti. Ai domiciliari sono finiti Andrei Sandu, residente a Calvi dell'Umbria (Tr) e già coinvolto in procedimenti penali con Neri, Claudio Gneo, di Casal Bruciato ed Edoardo D'Antona, di Ostia, ai quali fanno capo altre società coinvolte nel meccanismo. Tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, truffa aggravata e autoriciclaggio. Sequestrati 4,5 milioni di euro.

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