«Roma non ti dimenticherà», dicono una dopo l'altra le oltre duecento persone che si sono radunate ieri davanti all'ingresso del ristorante Brado di via Amelia all'Appio Latino. Le serrande del locale dove venerdì notte si è consumato il dramma della morte di Martina Scialdone, l'avvocatessa 34enne, restano serrate. Proprio sul marciapiede dove la ragazza è morta centrata dal proiettile sparato dall'ex, il 61enne Costantino Bonaiuti, si è tenuto il sit in tra lacrime, fiori e biglietti: «Ogni volta che una donna lotta per se stessa lotta per tutte le donne» si legge. Alle 18.30 arrivano alla spicciolata i residenti di zona, i parenti della famiglia, gli amici di Martina. In una manciata di minuti l'angolo tra via Amelia e via Gubbio si riempie. Un momento per ricordare la ragazza organizzato daiCentri Antiviolenza del VII Municipio e dalla rete dei centri antiviolenza della Capitale come Telefono Rosa e Lucha y Siesta. Presenti anche alcuni rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente del Municipio VII Francesco Laddaga e l'assessora capitolina alla Scuola Claudia Pratelli, con una delegazione del sindaco Roberto Gualtieri, che ha depositato un mazzo di fiori all'angolo della strada.
«Questa sera ci siamo riunite qui davanti al luogo in cui si è consumato il secondo femminicidio dell'anno per unirci al dolore della famiglia e dare voce a tutte le vittime, dando a questo fenomeno la voce è la dimensione che merita» dice Nunzia Musicco, del Telefono Rosa.
LA FAMIGLIA
«Ancora non posso credere che una ragazza possa essere morta in questo modo assurdo senza nessuno che facesse nulla per lei» commenta Ludovica Tondi, durante il sit in, residente in via Todi dove viveva Martina. A meno di 400 metri dal ristorante dove venerdì sera ha dato appuntamento al suo ex fidanzato. Presenti, ma in disparte, anche i familiari di Martina. La mamma insieme agli zii si sono stretti tra gli abbracci degli amici della giovane. C'è dolore però anche tanta rabbia. Si abbracciano, si stringono. Poi la mamma di Martina chiede di andare via. Per tutta la giornata è rimasta in casa insieme alla sorella. Una breve passeggiata intorno alle 16, sempre accompagnata dalla sorella: «Ci penserà la giustizia ora» risponde seccamente riferendosi all'arresto di Bonaiuti. Prima di chiudere il portone replica però alla difesa del killer di sua nipote che ai giudici ha detto di aver sparato per errore: «Era armato, in giro ad ammazzare la gente».