Disabili a Roma, odissea parcheggi. «Il posto sempre occupato e le strisce sono invisibili»

Via Gallia, la protesta di Maria Pia, 65 anni: «Che vernice usano?»

Disabili a Roma, odissea parcheggi. «Il posto sempre occupato e le strisce sono invisibili»
di Laura Bogliolo
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Domenica 19 Febbraio 2023, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 18:51

Il parcheggio per disabili assegnato dall'altra parte della strada rispetto al condominio dove abita l'assegnataria costretta, quindi, ad attraversare. Le strisce gialle che dovrebbero delimitare lo stallo «che si cancellano dopo 20 giorni». Lo spazio riservato «trovato occupato 8 volte su 10 da chi non ne ha diritto». I vigili chiamati che dicono «di non avere a disposizione il carro-attrezzi per portare via l'auto dell'abusivo di turno». Storia di ordinaria inciviltà e abbandono nella Capitale. L'odissea la racconta Maria Pia A., 65 anni, disabile e residente in via Gallia. Nonna, ex impiegata, una vita di lotte per vedere riconosciuti i propri diritti e quello stallo assegnato 4 anni fa che le fa perdere il sonno. Una storia, la sua, simile a tante altre in una città mai stata a misura dei non normodotati. «Combatto ogni giorno per vedere rispettati i miei diritti - dice - possibile che le strisce gialle scompaiano dopo neanche un mese? Che vernice usano? Vorremmo ridipingerle noi, ma rischiamo la denuncia».

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LA RABBIA
Maria Pia trova il suo posto quasi sempre occupato. «Se parcheggia una persona con tagliando da disabile i vigili possono fare solo una multa, se non c'è il cartoncino l'auto dovrebbe essere rimossa, ma spesso gli agenti spiegano che non ci sono carro-attrezzi liberi».

Tanta la rabbia di Maria Pia anche quando racconta che una volta «un'auto con tagliando è rimasta parcheggiata per tre giorni di seguito. Possibile - si chiede - che nel 2023 non esista un modo per impedire di occupare abusivamente spazi assegnati a chi è disabile?».

 

Un tempo a Roma si era parlato di un dispositivo ancorato al suolo che riconoscendo l'occupazione abusiva dell'area da parte di un autoveicolo, attivava un segnale sonoro. Ma del progetto non si sa più nulla. Sul paradosso che il parcheggio sia stato concesso sull'altro lato della strada, la signora spiega: «I vigili mi hanno detto che non poteva essere creato davanti al portone perché c'è una fermata dell'Atac, ma accanto è stato messo il gazebo di un locale: non poteva esserci il mio stallo?».

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Domande purtroppo rimaste senza risposta. Infine (i guai per chi è disabile dopotutto sono tantissimi) «il cosiddetto spazio di cortesia del mio parcheggio, quello posteriore, è spesso occupato da Smart da quando il cassonetto vicino è stato tolto e non è stato più ricollocato». «Roma resta una città difficile per i disabili - commenta Giuseppe Trieste, presidente emerito di Fiaba Onlus che da anni si occupa dei diritti dei disabili - come è possibile che le strisce di delimitazione dello stallo si cancellino dopo venti giorni? Ai vigili che spiegano che il carro attrezzi non è disponibile, vorrei ricordare che si possono sempre usare le ganasce, strumenti che però sembrano essere ormai scomparsi nella Capitale. In generale - aggiunge il presidente Trieste - manca la cultura del rispetto, ma anche quella relativa alla costruzione di una viabilità adatta ai disabili». Fiaba Onlus combatte infatti da sempre contro l'abbattimento delle barriere architettoniche: «Il governo ha recentemente approvato una nostra proposta molto importante: per i prossimi tre anni - dice - chi abbatte le barriere architettoniche ha diritto al 75% di rimborso, sia che si tratti di privati che di enti pubblici». «Manca il controllo su strada - dice Marco Milani, segretario romano del Sulpl - perché c'è un organico inferiore a quanto previsto e perché molte pattuglie vengono impiegate in servizi "vetrina" in Centro».
laura.bogliolo@ilmessaggero.it
 

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