Roma, «Io picchiata dai Casamonica, ho reagito ai loro soprusi»: parla la titolare del bar Rosy aggredita da quattro donne

Graziella Crialesi: "Si sentono i padroni e non pagano mai. Ma io non ho paura di loro"

Roma, «Io picchiata dai Casamonica, ho reagito ai loro soprusi»: parla la titolare del bar Rosy aggredita da quattro donne
di Marco De Risi e Raffaella Troili
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Mercoledì 19 Ottobre 2022, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:59

«Si sentono i padroni e non pagano mai». L'ultimo episodio, una rissa condita da minacce di morte ha visto la titolare del bar al centro di una zuffa con quattro donne del clan dei Casamonica. Era stanca di subire, «era la quinta volta». È accaduto in via Pietro Marchisio a Cinecittà est. «Io ho preso il bar Rosy da fine giugno - racconta Graziella Crialesi, refertata al Pertini con 6 giorni di prognosi - e chi è della zona mi ha spiegato che lo fanno sempre, come metodo. Quindi mi hanno consigliato di farle pagare prima. Perché tu ti giri e loro spariscono, se ne vanno senza pagare». L'ultimo episodio, lunedì pomeriggio quando quattro donne della dinastia dei Casamonica, dai 20 ai 40 anni, con loro due ragazzi, sono state affrontate dalla titolare dopo che il sabato precedente per l'ennesima volta se ne erano andate senza pagare. C'era il figlio quando è accaduto. Lunedì la donna le ha fermate davanti al bar. Sono volati calci e pugni, oltre a offese e minacce, dal momento che lei si è opposta senza paura all'atteggiamento strafottente del gruppo: «Vengono a marcare il territorio, si sentono i padroni». Erano circa le 16, quando le quattro donne sono entrate nel bar, hanno preso a caso, due caramelle a forma di occhio e un tè: «Un'altra volta avevano preso due birre. Ma è il principio. Non hanno rispetto, quando glielo dici, smettono per qualche giorno e poi ricominciano». In passato gli aveva impedito l'uso del bagno perché aveva scoperto che lo usavano per preparare le dosi da vendere. Così Graziella le ha affrontate, «mi hanno strattonato e dato un calcio per non dire quello che ho sentito uscire dalla loro bocca, gli ho risposto e ho tirato anche io un calcione, sono un'ex pesista del resto e soprattutto: non ho paura». Poi sono arrivati anche gli uomini, mentre le donne si azzuffavano dentro fuori volavano tavolini e sedie. E minacce: «Noi siamo i Casamonica, la piazza la gestiamo noi, ti bruciamo il locale, hai finito di vivere, il quartiere è nostro, mentre andavo via con la polizia due piccoletti in motorino mi hanno sputato...».

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LE REAZIONI
Il giorno dopo le gazzelle passano lungo via Marchisio, ma anche vedette, anche le donne denunciate, un via vai che viene monitorato.

C'è chi approva: «Il quartiere è esasperato, tanti mi hanno detto brava, sono esauriti, vivono di intimidazioni». Altri tendono a sminuire: «Ormai tutti gli zingari si fanno chiamare Casamonica, abitano nelle case occupate nella via». E c'è chi - pochi - ha detto alla titolare «ma sei matta?». «Ma io non ho paura. Pensi che la dottoressa che mi ha visitato mi ha detto: grazie». E comunque il clan dei Casamonica, ampiamente colpito da diverse inchieste e da varie accuse compresa quella di associazione mafiosa, torna a far parlare di sè. Stavolta sono volati calci, offese e minacce, poiché la vittima si è opposta senza paura all'atteggiamento del gruppo. «Quando sono arrivata mi hanno spiegato che con loro funziona così. Mi dispiace ma non mi va giù». Il tutto è avvenuto davanti a una decina di clienti che subito hanno lasciato il bar impauriti. Nel giro di pochi minuti sono arrivate polizia ed un'ambulanza. Una Casamonica improvvisamente si è buttata a terra disperata mostrando alcuni ematomi agli operatori. Il personale sanitario ha dato le prime cure alla titolare sotto choc. Sono gli agenti del commissariato Romanina ad occuparsi dell'indagine. La titolare del bar ha fatto una dettagliata denuncia dei fatti. Le Casamonica rischiano di essere indagate per furto e lesioni.

 

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