Roma, picchia l'ex in strada e la riduce in fin di vita: l'aggressione vicino alla fermata metro Arco di Travertino

Donna ricoverata in gravi condizioni al pronto soccorso del San Giovanni

Roma, picchia l'ex in strada e la riduce in fin di vita: l'aggressione vicino alla fermata metro Arco di Travertino
di Alessia Marani
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Mercoledì 25 Gennaio 2023, 00:02

Massacrata di botte dal compagno, costretta a correre via in mezzo alla strada, una giovane donna straniera è arrivata ieri mattina al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni” con l’ambulanza scortata dalla polizia. Gravi le sue condizioni. Ancora non sono chiari tutti i contorni della vicenda, sul caso indagano gli agenti della Squadra mobile capitolina. 

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A meno di due settimane dal femminicidio della trentaquattrenne avvocatessa Martina Scialdone - di cui proprio ieri pomeriggio si sono svolti i funerali nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice all’Appio Tuscolano - non così distante, a neanche un chilometro da via Amelia, dove era avvenuto il delitto, un’altra donna ha rischiato di perdere la vita per mano dell’uomo che diceva di amarla. 

LA DINAMICA

È successo ieri mattina a pochi passi dalla fermata della linea “A” della metropolitana ad “Arco di Travertino”, popoloso quadrante Est della città.

Le urla, poi la fuga disperata della giovane donna, forse incinta, sanguinante e terrorizzata. Le sue parole spezzate dal dolore e confuse ai primi soccorritori lasciano pochi spazi a dubbi: «Mi ha picchiato». La condizioni della ragazza sono apparse subito molto gravi, è stata portata in ospedale e sottoposta a tutti gli accertamenti di routine. Nel pomeriggio un leggero miglioramento. Enorme, comunque, lo choc. 

In pochi istanti sull’asfalto del grande piazzale nei pressi del parcheggio della stazione della metro sono piombate le volanti di zona della polizia. Gli agenti hanno cercato testimoni e acquisito le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza di attività commerciali private ma anche di quelli pubblici, puntati sui viali di accesso al metrò. Nessun elemento è stato tralasciato. Diversi, comunque, i punti oscuri della vicenda. 
Non è chiaro, infatti, che cosa ci facesse la donna in quel luogo. La giovane, infatti, risiederebbe lontano, in un altro quartiere. Il dubbio degli inquirenti è che sia stata seguita fin lì dal suo aggressore. 

«Sono venuti i poliziotti - racconta un commerciante - erano tanti, in più di una macchina e hanno cominciato a chiedere a tutti noi se avessimo visto una coppia litigare animatamente oggi (ieri, ndr). Ma qui nessuno si è accorto del fattaccio». Del caso, avvenuto nei pressi di un negozio di Kebab, si stanno occupando insieme con i poliziotti del commissariato di zona gli investigatori della IV Sezione della Squadra mobile, specializzata nelle violenze domestiche e di genere. Chi indaga, ieri stava cercando un giovane uomo, di probabile origine magrebina che ora rischia di essere accusato del reato lesioni gravi o di tentato femminicidio, a seconda della prognosi che i sanitari stabiliranno per la vittima. L’uomo avrebbe le ore contate. Ieri lo stavano cercando ovunque. 

L’ESCALATION

Il nuovo anno ha segnato nella Capitale un’escalation di violenza nei confronti delle donne. Non solo il brutale assassinio di Martina Scialdone, freddata a bruciapelo dal suo ex fidanzato che le ha sparato un colpo di pistola al petto in strada dopo una furiosa lite al ristorante. La donna si è accasciata tra le braccia del fratello che era intervenuto per aiutarla. Nella notte di venerdì scorso un’altra giovane donna è scampata a un altro proiettile esploso dall’ex marito in via Riano, tra i locali della movida di Ponte Milvio. Lui l’aveva pedinata per ore, prima affiancata in auto su Corso Francia poi si era appostato fuori da un ristorante e aveva aspettato che uscisse. Il colpo fortunatamente non è andato a segno e lui, un albanese di 38 anni è stato arrestato all’alba dagli agenti delle Volanti e del commissariato Ponte Milvio: si era nascosto nell’armadio di casa.

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